Joà£o Gilberto non è solo uno dei padri della Bossa Nova ma è l’inventore della batida, quell’originale tocco chitarristico della mano destra che fonde il surdo con il cavaquinho. Per farvelo conoscere, ho scelto dieci esibizioni live con un bonus, “Undiu”, che racconta il lato più mistico di questo genio del Novecento.

10 – DORALICE

con Caetano Veloso, Buenos Aires 1999

Caetano Veloso incontra il suo maestro in un concerto bello, intenso, fortunato. Joao ama il pubblico di Buenos Aires, si confida durante lo show ed è meraviglioso perdersi negli occhi pieni di ammirazione di Veloso, che guarda Joao con l’amore e la tenerezza che hanno i figli verso i padri.

9 – ISTO AQUI O QUE è?

Tom Brasil, 1997

Un capolavoro del legato, un’interpretazione brillante di un classico di Ary Barroso che sintetizza al meglio la sua tecnica chitarristica. Joao, qui, va come un treno e gestisce il tempo e il ritmo da vero fuoriclasse.

8 – Chega de saudade

Joao e Tom Jobim, Numero Um, 1992

L’incontro storico tra le due menti della Bossa Nova, il diavolo e l’acquasanta, un evento storico perchè è dai live “Au bon Gourmet” del 1962 che non suonavano assieme sullo stesso palco. Tre live (in cui si ospitarono a vicenda) che aggiunsero un tassello importante alla storia della musica popolare brasiliana.

La vem a baiana

Umbria Jazz, 1996

Il live at Umbria Jazz del 1996 racconta perfettamente il rapporto tra Joao e l’Italia. Merito di Alberto Alberti e di Carlo Pagnotta che hanno offerto, negli anni, una serie di concerti memorabili, nonostante le bizze e le richieste assurde di Joao (tra cui quella di riservare le prime due file ai suoi parenti italiani che, però, non si presentarono mai perchè, semplicemente, non esistevano).

6 – Desafinado

Aguas Claras, 1983

Qui è quando Joao Gilberto suonò nella Woodstock brasiliana “apparendo” alle quattro del mattino, come un santo. La comunità  hippie uscì dalle tende, sotto la pioggia, e si fermò ad ascoltarlo e ad applaudirlo.

5 – Aguas de marà§o

Tokyo, 2004

Se volete sapere perchè Joao Gilberto è stato speciale, ascoltate questa versione di “Aguas de marà§o”, confrontatela con l’originale e trovate tutte le differenze. Sembra un thriller: in alcuni punti Joao fa un cluster lungo di parole mentre la chitarra suona normalmente il brano. Si trova, così, disallineato, ferma per un attimo la voce e recupera (ma non del tutto). E riparte d’accapo, e fa così per tutto il pezzo fino ad allineare perfettamente voce e chitarra sul finale. Credetemi, è un capolavoro impossibile da replicare ed è uno dei suoi migliori “riarrangiamenti” in cui modifica le relazioni tra i segmenti melodici.

4 – Garota de Ipanema

con Tom, Vinicius e gli Os Cariocas, Au Bon Gormet, 1962

La prima volta che fu eseguita “Garota de Ipanema” (o meglio una delle prime volte), inedita per il pubblico. Provate ad immergervi nel momento e non pensate a quello che è diventato oggi la “Ragazza di Ipanema”. Fu un momento divertente, emozionante, un’autentica rivelazione per tutti e questo è un documento raro che vede i padri della Bossa Nova assieme.

3 – Um abraà§o no Bonfá

Sao Paulo, 1994

Il brano che Joao dedica al suo maestro, Luiz Bonfá, e che risponde idealmente ad uno dei tanti coccodrilli letti sabato sera in cui si diceva che “i pochi tentativi di comporre in proprio furono modesti”. Furono, invece, importanti a differenza dell’articolo che, invece, modesto lo è.

2 – Bahia com h

Sao Paulo, 2008

L’omaggio di Denis Brean a Bahia, descritta meravigliosamente anche se non era mai stato là . A Joao faceva divertire molto quest’aneddoto, l’ha raccontato diverse volte dal vivo, e qui, addirittura, propone due versioni di questa bella canzone nel concerto-testamento che omaggiava i 50 anni della Bossa Nova.

1 – à‰ preciso perdoar

con Stan Getz, Keystone Korner, 1976

Non poteva mancare il duo Getz-Gilberto che, nel 1964, mostrarono un nuovo corso del jazz e, al contempo, fecero conoscere un diverso tipo di musica brasiliana, lontana dai clichè e dagli stereotipi.

Bonus track – Undiu

Il mantra di Joao, il suo personalissimo OM. Avrebbe dovuto avere il testo del suo padrino Jorge Amado ma, alla fine, decise di lasciare solo la parola “Undiu”, che gli ricordava il canto dei passerotti. In un post, pubblicato di recente da Sofia Gilberto, la nipotina racconta che il nonno le ha spiegato che ha pensato di comporre Undiu quando andava a trovare il nonno che abitava vicino ad un fiume e che Undiu significa “solitudine”.