Mancano ormai appena un paio di settimane all’uscita dell’undicesimo LP dei Wilco, “Ode To Joy”: registrato nel loro studio, The Loft, a Chicago all’inizio del 2019, segna il ritorno dopo tre anni per la storica band dell’Illinois.

Per anticipare, però, questa uscita il gruppo di Jeff Tweedy è arrivato in Europa per fare assaggiare in anteprima qualche nuovo brano ai propri fan e per ripercorrere insieme la loro lunga carriera: dopo la data al Fabrique di Milano di ieri sera, oggi i Wilco si fermano a Padova.

Aperto nel 2009 il Gran Teatro Geox è una delle venue di intrattenimento più moderne e d’avanguardia di tutta Europa e stasera i suoi 2.500 posti a sedere sono quasi tutti esauriti per la performance della band statunitense: sono le nove e trenta precise, quando Tweedy e compagni salgono sullo stage veneto.

Ad aprire la serata è uno dei numerosi estratti da “Ode To Joy”, “Bright Leaves”, che, dopo un’inizio piuttosto cupo e, a nostro avviso, inaspettato, caratterizzato da synth e dai profondi colpi inferti da Glenn Kotche al suo drumkit, si apre e l’atmosfera diventa decisamente più rilassata, grazie anche alla sempre brillante voce di Jeff.

“I Am Trying To Break Your Heart”, dallo storico “Yankee Hotel Foxtrot”, ci porta su territori country-folk, aprendo praterie senza confini grazie a un’eccellente strumentazione: nessuna traccia di accelerazione, bisogna solo godere il momento magico e la sua leggerezza in tutta la pace possibile.

Un’altra canzone nuova e un’altra delizia: parliamo di “One And A Half Star”, pulita, precisa, dalle perfette melodie, riflessiva e forse fin troppo poppy, ma comunque incantevole. Prezioso, seppur oscuro, il lavoro qui alla batteria di Kotche, un vero maestro, che comunque conosce perfettamente il modo per mettersi in mostra, pur senza essere il protagonista principale.

Un’altra perla, “At Least That’s What You Said”, inizialmente lascia molto spazio alla voce di Jeff, creando un clima decisamente intimo e romantico, ma in seguito è una lunga parte strumentale piena di adrenalina a esaltare la capiente sala del Gran Teatro Geox.

La classe infinita dei Wilco puo’ essere rappresentata in una loro vecchissima canzone, “Via Chicago”, datata 1999: secondo la nostra opinione la raffinatezza di questo pezzo ha davvero pochi eguali, non solo nella discografica della band dell’Illinois, ma anche in generale. Un’unicità  caratterizzata dalla perfezione in ogni singolo dettaglio, ma anche dalla sua delicatezza, arrestata solamente da qualche inserzione che aggiunge quel minimo di dovuta, voluta e gradita follia al brano: incanto e poesia in musica.

Il nuovo singolo “Love Is Everywhere (Beware)”, ci porta ancora su territori country e qui non possiamo che elogiare le doti di Mikael Jorgensen che, con il suo piano, riesce a creare atmosfere delicate e senza confini.

“Impossible Germany” è un altro degli highlight della serata, dipinta dagli assoli di Nels Cline, un vero eroe anche per il pubblico padovano, che impazzisce letteralmente, mentre nella successiva “California Stars”, possiamo godere del suono del banjo di Pat Sansone, che mette il suo marchio sul brano.

C’è poi spazio per una parte decisamente più rock ed elettrica che inizia proprio con l’adrenalica “Box Full Of Letters” e continua con “I Got You (At The End Of The Century)” e, nell’encore, con “Random Name Generator”, dove le tre chitarre di Kline, Tweedy e Sansone riempiono di energia l’arena veneta, pur lasciandoci gustare il buon sapore catchy del brano estratto dal recente “Star Wars” (2015).

Ovviamente poi non poteva mancare anche “Jesus, Etc.”, altro simbolo della perfezione della musica dei Wilco: due ore e un quarto volate e vissute al massimo in una venue che ha sicuramente aiutato a godere al meglio questo evento.

Sono ormai passati dieci anni (sono pochi, lo sappiamo!) da quando abbiamo iniziato ad assistere (al Conservatorio di Milano quella volta) ai live del gruppo capitanato da Jeff Tweedy, ma ogni volta che usciamo da un loro concerto le emozioni provate rimangono indescrivibili e probabilmente irraggiungibili: la classe di questi signori non la si trova tutti i giorni e dappertutto. Come ha fatto il frontman più volte nel corso della serata per il pubblico veneto stasera, anche noi non possiamo che toglierci il cappello davanti a questa band e alle sue eccellenti qualità .