“Strana è la notte dove si levano stelle nere,
E lune mai viste solcano i cieli
Ma ancora più misteriosa è la perduta Carcosa.”

Carcosa è una città  fantastica, frutto dell’immaginazione di Robert W. Chambers, potrebbe trovarsi ovunque: sulla nostra piccola Terra, in un remoto mondo alieno o nei meandri più oscuri e profondi della nostra coscienza. Chambers scrisse più di ottanta libri, ma quello che ha fatto sì che il suo nome giungesse sino a noi è, senza alcun dubbio, la serie di racconti nota come “Il Re Giallo”.

Nel primo dei suoi racconti, “Il riparatore di reputazioni”, facciamo la conoscenza di un mondo distopico e decadente, nel quale Chambers ambienta i suoi racconti. Un mondo che starebbe alla perfezione in un romanzo di Philip K. Dick o George Orwell; un mondo nel quale dietro un’apparenza di pace, calma e serenità , si nascondono rabbia ed indifferenza, paura e leggi razziali, terrore per tutto ciò che è estraneo, straniero, diverso. I racconti vennero pubblicati nel 1895, ma Chambers li ambientò nel 1920, riuscendo a prevedere eventi non ancora avvenuti come una vittoriosa guerra mondiale contro i Tedeschi; un’Europa minacciata dai Russi; lo sgretolamento del vecchio mondo, mentre quello nuovo decideva di isolarsi sempre più e guardare all’esterno con inquietudine e diffidenza. Una società  sempre più malata ed insensibile, intanto, rendeva legali le “Camere Letali Governative”, in cui poveri pazzi, uomini soli ed abbandonati, uomini malati o semplicemente fragili e delusi, potevano suicidarsi con l’approvazione del Governo.

Ma cos’è la vera follia? Chi sono i veri pazzi? Chambers, più di cento anni fa, scriveva che la nostra mente è una camera delle meraviglie in cui esistono tesori fantastici che per esser scoperti, per esser compresi, per esser sfruttati, richiederebbero anni di impegno e di dedizione. Più facile, quindi, voltarsi altrove; più semplice rendere la nostra indifferenza normalità  ed additare chiunque non si pieghi e non si uniformi a quello che è considerato il pensiero dominante.

Questo è lo scenario in cui fa la sua comparsa il Re Giallo, “il re che molti imperatori hanno servito”, simbolo misterioso di decadenza e stagnazione, di nichilismo e caos. Il Re Giallo indossa una veste lacera ed una maschera che tale non è, ma è il suo vero volto di menzogna e falsità ; è allo stesso tempo una creatura mostruosa e tentacolare, ma anche una forza spirituale invisibile che agisce tramite il suo segno giallo, una peste che distrugge la mente e la volontà  delle persone, confondendole e rendendole incapaci di distinguere il bene ed il male.

è questo il vero orrore e Chambers, così come Edgar Allan Poe, H. P. Lovecraft, Philip K. Dick o Stephen King, lo sa benissimo: il vero orrore è la mancanza d’empatia che produce indifferenza e solitudine, che crea esistenze vuote e moribonde che l’uomo moderno cerca di riempire con la prepotenza ed il potere, con il desiderio di sopraffare e controllare i suoi stessi simili e con l’unica vera ed atroce follia, quella di considerarsi appartenente ad una razza eletta e portatrice dell’unica verità .

è questo il contesto in cui Bi Nostalgia (creatura musicale del veronese Luca Rigato, che torna a dispensare musica inedita dopo ben 25 anni) crea la colonna sonora ideale per le vicende narrate da Chambers. Il tutto avviene con naturalezza perchè i racconti del Re Giallo si susseguono come dei cortometraggi e dare loro una dimensione sonora è un atto dovuto. Ed ecco che la musica crea attorno a noi le strade della perduta città  di Carcosa; le onde increspate e scure del lago di Hali; le paure che vogliono impossessarsi e consumare le nostre menti; le parole di Camilla e Cassilda, impegnate a dialogare con un misterioso straniero mascherato; le barriere fisiche e psicologiche che la società  di cui siamo parte, sia quella dei primi anni del Novecento, che quella attuale, impone alle persone comuni come unica possibile normalità .

Le sonorità  ambient ed elettroniche diventano la voce interiore della nostra coscienza, rendono leggibili le pagine di questo libro oscuro, scritto con la follia degli uomini e da cui gli stessi uomini si sentono estasiati ed impauriti, attratti e respinti, in modo da poterne comprendere il messaggio nascosto. La bellezza della musica sta nelle atmosfere fosche, nel passo cupo ed etereo dei sintetizzatori, nelle sonorità  minimali, in bilico tra biomusic, trance e post-rock atmosferico e diluito, che ci permettono di assaporare ogni scena di questo racconto musicale, di entrarne a farne parte, di esserne protagonisti, vittime e carnefici, folli e normali, servi e padroni, ritrovandosi così in un mondo lontano e sconosciuto, ma allo stesso tempo così familiare e vicino da poter essere raggiunto semplicemente chiudendo gli occhi e seguendo il segno giallo sullo sfondo dei nostri pensieri più intimi ed inconfessati.