James Alex sembra sempre un ragazzino col suo farfallino, i capelli lunghi, la chitarra in resta e l’espressione da eterno Peter Pan sul viso. Molto è cambiato per i Beach Slang da “A Loud Bash of Teenage Feelings” a oggi e dopo il concerto di Salt Lake City in cui si sono quasi sciolti. Ormai lontani i tempi del power trio Alex – Gallego ““ McNulty supportati dal batterista JP Flexner, i Beach Slang si sono reinventati con brio tra un cambio di formazione e l’altro.

La voce di James Alex è sempre roca, come sporcata dal fumo di mille dirty cigarettes, in cerca della prossima birra in un sabato sera qualunque con l’adrenalina che scorre nelle vene, le luci che filano veloci fuori dal finestrino della macchina. Semplice sentirsi il re del mondo e forse Alex pensava di esserlo quando un amico gli ha consigliato di ascoltare “Sorry Ma, Forgot To Take Out The Trash” e “Pleased To Meet Me” dei The Replacements.

Avere Tommy Stinson che suona il basso in buona parte di “The Deadbeat Bang Of Heartbreak City” tranne “Tommy In The 80s” (che in realtà  è dedicata a Tommy Keene) è un sogno che si avvera per una band che arrivata al terzo album non pensa certo a tirare il freno a mano anzi rilancia, aggiungendo al mix una sezione fiati che arricchisce diversi brani.

“Let It Ride”, “Bam Rang Rang”e “Stiff” corrono veloci, un attacco analogico alle orecchie a suon di chitarre e batteria selvagge. Il lavoro di James Alex in versione acustica sotto le spoglie di Quiet Slang dà  i suoi frutti in vulnerabili ballate orchestrali come “Nobody Say Nothing”, “Nowhere Bus” e “Bar No One” che sono la vera sorpresa in undici brani che regalano divertimento (“Born To Raise Hell”, “Sticky Thumbs”, “Kicking Over Bottles”) condito da emozioni genuine e vissute.

James Alex celebra il ragazzo che è stato e l’adulto che è riuscito a diventare. Ruvido, sdrucito, derivativo quanto volete il rock dei Beach Slang resta trascinante, impetuoso, arrogante e contento di esserlo, appena un po’ più maturo che in passato. “The Deadbeat Bang Of Heartbreak City” è un album che trasuda ribellione, la rivincita del perdente di turno che finalmente si prende la sua vendetta.

Credit foto: Charlie Lowe