Strano destino quello di “100 Broken Windows” degli scozzesi Idlewild, uscito a inizio millennio. Roddy Woomble, Rod Jones, Colin Newton e la new entry Bob Fairfoull erano reduci da un fortunato mini album di nome “Captain” e dall’aggressivo e vibrante disco successivo chiamato “Hope Is Important”.

I mesi passati a aprire i concerti di Ash, Placebo e Manic Street Preachers avevano lasciato un segno importante in termini di consapevolezza e volontà  di scrivere in modo diverso dal recente passato. “100 Broken Windows” ha segnato l’inizio della fruttuosa collaborazione con Dave Eringa, produttore che si è alternato a Bob Weston in questi quarantatre minuti abbondanti che mettevano in evidenza il lato più melodico degli Idlewild.

Le prime session londinesi con Weston non avevano convinto la band e soprattutto la Food, storica etichetta britannica proprio in quell’anno accorpata alla Parlophone. Solo con l’intervento di Eringa l’album ha cominciato a prendere corpo ripartendo dalla coppia “Little Discourage” – “Roseability”, singoli di lusso insieme a “These Wooden Ideas” e alla sfrenata “Actually It’s Darkness” che ha portato gli Idlewild ai piedi delle classifiche a suon di “You shed a shade of shyness / Why can’t you be more cynical?“.

Il “problema” di “100 Broken Windows”, quello che gli ha impedito di avere un successo ancora maggiore all’epoca è stata l’uscita qualche mese dopo di “Parachutes” dei Coldplay presto diventato metro di paragone imprescindibile . “Looking down on the third place / You’ve got nothing but determination / To come in third” profetizzavano gli Idlewild in “The Bronze Medal” uno dei quattro brani registrati da Weston a comparire in un album considerato a lungo il più classico dei vincitori mancati.

Roddy Woomble ha rivelato anni fa che pensando a quel periodo gli venivano in mente pioggia, inverno, un certo tipo di austerità  scozzese che in effetti traspariva soprattutto in “Rusty”, “Let Me Sleep (Next to the Mirror)” e negli accordi di “I Don’t Have the Map”con le chitarre che evocavano quel senso di solitudine provato solo da chi vive su un’isola (“You’ll see ships and they’ll be reminders that you’re on an island“).

La loro piccola rivincita di critica e copie vendute gli Idlewild se la sarebbero presa con il successivo “The Remote Part” che comunque nulla toglie al festeggiato del giorno, tutt’oggi il preferito di molti ascoltatori.

Data di pubblicazione:
9 maggio 2000
Registrato: 1999 Londra, Chicago
Tracce: 12
Lunghezza: 43:57
Etichetta: Food
Produttori: Dave Eringa, Bob Weston

Tracklist
1. Little Discourage
2. I Don’t Have the Map
3. These Wooden Ideas
4. Roseability
5. Idea Track
6. Let Me Sleep (Next to the Mirror)
7. Listen to What You’ve Got
8. Actually It’s Darkness
9. Rusty
10. Mistake Pageant
11. Quiet Crown
12. The Bronze Medal