La parola dell’estate 2020 – almeno, per me – è assolutamente “Sayonara”. Laddove viene a mancare l’assistenza dell’italiano, sempre più preoccupantemente seduto su ritmi a basso mercato per lenire le ferite da stress emotivo attraverso anestesie celebrali, il ricorso a “esterismi” diventa scelta necessaria ed inevitabile per salutare – con un bel “Sayonara” – l’isterismo di un’estate da TSO.

E allora arrivederci al 2021, anche da parte di quei ganzi folli e scapestrati di Leo Bi, Murri e Jacky Sax, folle collettivo al disperato arrembaggio del galeone estivo pronto a seguire il flusso dell’onda senza naufragare nell’alto mare del mainstream, anzi: “Sayonara” ha tutti i crismi della ballad da III millennio, con una chitarrina folkeggiante a disegnare falò e rituali adolescenziali sullo sfondo di serate dall’odore di sangria e tempesta ormonale (con tanto di sax festaiolo, a iniettare la giusta dose di Lucio Dalla al brano).

Certo, niente di nuovo sul fronte occidentale, ma nella sincerità  schietta e diretta della saudade che si fa alegria si cela una risposta agli artefici del nuovo pop e l’identità  coraggiosa di un brano che sa viversi come leggero senza la pretesa di appesantirsi di retorica e produzioni macchinose.

Insomma, arrivederci alle spiagge in affitto, alla salsedine in comodato d’uso e all’estate in prestito. “Sayonara” è la giusta cura al trauma d’abbandono di tutti noi bagnanti disperati alla deriva delle ultime risacche del mercato, nel disperato tentativo di appigliarci ad ogni scoglio che non sappia di reggaeton e balli latinoamericani dal retrogusto tremendamente maccheronico.

 

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Da oggi “Sayonara” di @leobi_murri_jackysax è disponibile su tutte le piattaforme. “E dite a tutti che quando hanno sparato non ho pianto ma ho riso” Copertina realizzata da @_ciompy #indie #indieitalia talia #scuolaindie #itpop #musicaindie #sayonara #indieItaly #pop

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