Devendra Banhart ci fa ritornare liberi in 14 minuti.

Il suo EP “Vast Ovoid”, in uscita il 24 luglio 2020, rimanda già  dalla cover art (piena di astrattismo ed ennesima testimonianza del passato da artista del cantante) al contatto fisico, a un’umanità  ritrovata: è l’inizio di un nuovo periodo, o forse la ripresa di quello che era stato bruscamente interrotto. Ed è proprio alla quotidianità  che ripenso mentre lo ascolto in un pomeriggio pieno di sole che è apparentemente anonimo, ma mi rendo subito conto che non lo è, perchè è ormai figlio di giornate libere, in cui il lockdown sembra qualcosa di lontano.

Le parole chiave per parlare di queste nuove quattro tracce sono due: una è disillusione e l’altra è delusione. Banhart prima del rilascio dell’album ha pubblicamente affermato: “Nella disillusione c’è molta più libertà , molto più spazio per respirare. Ogni giorno, qualcosa echeggia tra i nostri corpi distanti. L’incertezza è sempre stata lì, no? Fa paura. Ma tutti i frutti del vero cambiamento stanno in realtà  iniziando a fiorire. Andiamo avanti, teniamo in ordine il giardino, teniamo in ordine il giardino. Continuiamo a tenere alta la guardia. Continuiamo a restare rilassati. Continuiamo a preoccuparci del prossimo. Continuiamo a parlare con il nostro corpo. Continuiamo a respirare bene. Teniamo in ordine il giardino.”

Nella traccia di apertura “Let’s See” c’è, a partire dal titolo, un richiamo allo sguardo esterno, alla curiosità ; c’è anche un riferimento al Vaticano e ai Beach Boys con Inside, outside, USA, ma questo è un altro discorso.

Dall’astrattismo visivo ecco che si arriva all’astrattismo dei soliti temi universali toccati da questo artista eclettico. La delusione, la disillusione, vengono rivalutate, esorcizzate per arrivare a una riflessione sulla libertà  più ampia, grazie alla quale siamo in grado di mettere in discussione noi e il nostro tempo (di cui probabilmente siamo vittime).

E infatti “It’s Not Always Funny”, recita il secondo brano prima di catapultarci nella title track, quel “Vast Ovoid” che somiglia più a un intermezzo, un flusso in cui immergersi.

I concetti affrontati nel disco sembrano calzare perfettamente con questi tempi incerti, eppure sono il prodotto di riflessioni vecchie, che corrispondono esattamente all’uscita di “Ma”, penultimo disco di Bahnart uscito nel 2019; e infatti l’ultima traccia è proprio il remix di “Love Song” di Helado Negro, singolo che già  da gennaio aveva raggiunto le nostre orecchie e i nostri cuori. La stesura di tutte le quattro tracce si può far risalire in generale al periodo di “Ma” ed il grande MA, ai tempi, stava proprio nell’incongruenza dei temi dell’album, cioè la maternità  e la morte, con quelle quattro canzoni che ha infine deciso di regalarci adesso.

“Vast Ovoid” è dunque un progetto spostato un po’ più in là , qualcosa che aspettava il momento giusto per venire fuori. E arriva però più leggero e umano che mai.

Photo Credit: Lauren Dukoff