L’incantevole e suggestivo brano d’apertura “Wait for you” ha il compito di tracciare l’ambient di questo sophomore dei Meadowlake, che non si discosta dai terreni dream-pop e shoegaze marchio di fabbrica dei ragazzi olandesi.

A distanza di soli due anni dal sorprendente omonimo debutto, i cinque provenienti dalla giovane e ridente città  universitaria di Groninga, si presentano con un intero disco – infatti sei delle dieci canzoni sono già  state rilasciate tramite Bandcamp tra novembre 2019 e l’inizio di ottobre del 2020 – dove tra sognanti atmosfere e delicate melodie si intrecciano le voci eteree di Jarno Olijve e Gertine Veenstra, mentre dal candido incedere del sound sopraffino rilasciato dalle sei corde di Erik de Brei, si staglia la sezione ritmica efficace e per nulla invadente affidata al basso di Sèlina Aerts ed alla batteria di Tjeerd Bennink.

Scritti per lo più nella casa di campagna in Francia raffigurata sulla cover, gli episodi dell’album sono stati registrati al Dufry Studio di Amsterdam ed al Mailmen Studio (Utrecht) e missati da Martijn Groeneveld col mastering di Wessel Oltheten e la produzione degli stessi Meadowlake supportati da Minco Eggersman.

Le dieci tracce di cui si compone il disco appaiono sospese tra rassicuranti sonorità  nelle quali la chitarra gioca un ruolo chiave e che a volte sembrano perdere di fisicità , nel senso buono del termine, ovvero come se fossero avvolte da un clima malinconico che culmina in un pop onirico e appagante, come nella citata opener “Wait for you” e in “Under Your Spell” oppure in “Lights Out”, che mette in scena un riuscito gioco tra chitarra e voce o, ancora, nella traccia di chiusura “Loveless” o, infine, nella magnetica “Say My Name”, sorretta da una splendido pianoforte che mette il sigillo al miglior pezzo del disco.

I brani migliori, tuttavia, si mostrano quando i cinque alzano il muro del suono come nell’indie-rock di “Dirty Habit” e “Blood Crawls”, o nei riff   shoegaze di “I Won’t Let You Down” oppure nell’oscura “Under the Sea”, con i suoi richiami post-punk.

Con questo secondo lavoro dei Meadowlake si viene investiti da una coltre emozionale non di poco momento dove ogni singolo brano, lungi dall’essere banale, si valorizza con ricche e preziose sfumature sonore.