Il nuovo disco a firma Jason Williamson ““ Andrew Fearn è una delle uscite più attese e discusse dei primi freddi mesi 2021. Gli undici album, i documentari e le numerose raccolte pubblicati dal 2007 in poi sono diventati in fretta colonna sonora e cruda cronaca della vita in Gran Bretagna raccontando senza filtri il mondo lontano da riflettori e lustrini. Ottimo motivo per affiancare a “Spare Ribs” l’ascolto di dieci brani storici del duo inglese.

BONUS TRACK: Chop Chop Chop
2009, da “The Originator”

Terza uscita a nome Sleaford Mods, Williamson era ancora affiancato da diversi collaboratori e beat maker (Simon Parfrement, Simon Claridge) ma aveva già  le idee piuttosto chiare sullo stato delle cose oltremanica “… tra sample ingegnosi, testi spesso taglienti ma anche divertenti come “Chop Chop Chop” (anche Iggy Pop ha approvato).

10. Jobseeker
2007, da “The Mekon”

Ancora oggi attualissimo, uno dei primi brani degli Sleaford Mods a farsi strada arrivando alle orecchie degli ascoltatori più attenti. Rabbioso, tenace, autobiografico, lucida testimonianza di chi finisce fuori dal sistema con poche probabilità  di rientrarci. Ken Loach ne è parlato al cinema, questa era (ed è) la realtà .

9. Police! Stop!
2012, da “Wank”

Primo disco realizzato con il contributo di Andrew Fearn, RJ Chisholm al basso pulsante per una storia di razzismo e follia urbana fin troppo ordinaria. “All Rights Denied” e gli Sleaford Mods trovano una formazione più stabile, destinata a durare nel tempo.

8. Dull
2017, da “English Tapas”

L’album del nuovo decennio in cui il suono degli Sleaford Mods torna al perverso minimalismo degli esordi. Ironia e beat tagliati col coltello, la voce di Jason Williamson più sobria ma non meno irriverente si muove veloce tra riferimenti incrociati, Brexit e le sue orride conseguenze.

7. Second
2020, da “All That Glue”

Le raccolte che gli Sleaford Mods hanno regalato negli anni sono sempre piene di curiosità . L’ultima in ordine di tempo, “All That Glue”, è la più interessante ricca di inediti e versioni alternative. “Second” in particolare è accompagnata dal divertentissimo video diretto da Robin Lee con Kate Dickie e Emma Stansfield (occhio alle t ““ shirt che indossano)

6. The Fear Of Anarchy
2014, da “Chubbed Up +”

Sono uscite due versioni della compilation di singoli “Chubbed Up”: una solo in digitale e la seconda su CD per la Ipecac. “Fear Of Anarchy” era la b ““ side di “Tied Up in Nottz”, recuperata in tempo record e inserita senza troppe cerimonie. Brano poco noto che merita di esserlo ben di più “…

5. Tarantula Deadly Cargo
2015, da “Key Markets”

Ipnotici, rocciosi, tenaci in uno dei singoli di punta di un album fortemente critico col governo inglese. Le basi di Fearn diventano più oscure e sincopate, i testi di Williamson più obliqui e meno immediati. Indignati ma non scoraggiati, con in mano il cornetto gelato più triste di sempre “…

4. Mork N Mindy
2021, da “Spare Ribs”

Troppo presto forse per dare un giudizio definitivo sul nuovo “Spare Ribs” ma dopo i primi, incuriositi ascolti suona convincente e al vetriolo, con un lato surreale inedito ma non certo spiacevole. Il singolo “Mork N Mindy” è già  un tormentone, con la voce roca di Billy Nomates adattissima al brano.

3. When You Come Up To Me
2019, da “Eton Alive”

Il ritmo diventa concitato, elettronico, incalzante in un brano in cui testo e musica vanno di pari passo. Minacciosi e melodici, gli Sleaford Mods di “Eton Alive” sono questo e molto molto altro, con lo scopo non dichiarato di trovare il lato comico o meglio grottesco in una Gran Bretagna sempre più divisa.

2. Fizzy
2013, da “Austerity Dogs”

Il Williamson più rabbioso, sarcastico e scatenato, una delle basi più riuscite ideate da Andrew Fearn. “Jobseeker” parlava di disoccupazione, “Fizzy” descrive nei particolari come sopravvivere a uno dei tanti piccoli lavori creati dalla new economy.

1. Tied Up in Nottz
2014, da “Divide And Exit”

Un album che sembra scritto ieri e contiene tutta la frustrazione, l’odio, il livore della Brexit Britain. Niente nasce dal nulla e riascoltando la discografia degli Sleaford Mods il percorso diventa più chiaro e meno sorprendente.

Credit Foto: Alasdair McLellan