Il ritorno dei Bachi Da Pietra è tutto scritto nel titolo dell’album “Reset”. La band si ripropone con un cambiamento che, nelle intenzioni e anche nel sound, porta a un lavoro rock più leggero del loro solito. Sui testi stessi il gruppo si esprime in modo esplicito, per certi versi anche moderno, ponendosi in una dimensione nuova che si risolve in un ascolto, almeno nel mio caso, che ha il pregio e il difetto dell’immediatezza, i brani arrivano subito, a differenza dei loro precedenti lavori, e tutto questo si trasforma sicuramente in un’occasione per abbracciare un pubblico maggiore.

La qualità  della band ovviamente resta e l’arrivo di Marcello Batelli, ex Planet Brain, Non voglio che Clara, Il Teatro degli Orrori, completa i Bachi Da Pietra trasformandoli in un   trio che, se già  solo con Giovanni Succi e Bruno Dorella aveva una forza live sorprendente, ora sarà  ancora più interessante da vedere, quando sarà  possibile.

L’album apre con “Di che razza siamo noi” che nel porsi la domanda del titolo sottintende un sorta di resa nei confronti di una realtà  nella quale non ci si riconosce, un vivere che ti lascia un senso di impotenza e di rassegnazione “Al mio segnale scatenate, al mio segnale scatenate, … non so… il Carnevale“.

Il rock di “Umani o quasi” è un convincente crescendo che si anima nella seconda parte del brano, quando entra la chitarra,   accompagnato da un testo che sembra quasi collegarsi con il precedente nella sua visone di sentirsi un insetto che si fa consapevolmente schiacciare dal peso che porta.

Uno dei singoli, a mio avviso giustamente estratto dall’album, è “Meritere”, un brano orecchiabile e pieno di sarcasmo che è in fondo il manifesto del cambiamento della band, che in questo brano mette in luce anche la loro capacità  di muoversi in nuovi territori e di poter far avvicinare alla band nuovi fan.

Se il “Il rock è morto” gioca su come questa frase sia stata ascoltata e ancora si ascolta in vari festival della frase più banale, il finale dell’album è assegnato a “Ciao Pubblico”, una specie di strano rap su una base sintetica decisamente riuscito e degna conclusione di un interessante ritorno.

I Bachi Da Pietra si resettano quindi, ma mantengono vitali le basi della loro musica che, pur sacrificando parte della loro ruvidezza, guarda al rock anni 90, rispolverandolo a dovere, tramite una proposta musicale che oggi sembra mancare.

Arrivati a questo punto la band deve insistere e non far aspettare troppi anni per un nuovo lavoro, proseguendo per questa strada,   a qualcuno potrà  anche non   piacere ma, ragazzi, “It’s Only Rock ‘N’ Roll“.

Credit Foto: Igor Londero