Lucy Dacus ha pubblicato da pochissimi giorni, via Matador Records, il suo terzo LP, “Home Video“: il nuovo lavoro, registrato nel 20129, racconta delle sue memorie di quando era più giovane e vuole essere una specie di diario di quegli anni. Noi di Indieforbunnies.com l’abbiamo contattata via telefono per parlare di questa release, ma anche del ritorno dei concerti, delle sue influenze e del terribile anno che tutti abbiamo appena passato. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Lucy, come stai?
Sono in macchina. Questa sera suonerò alle Red Rocks in Colorado. E’ il mio primo concerto dopo tantissimo tempo.

Quando è stato il tuo ultimo concerto?
Nel marzo dello scorso anno a un festival in Florida. E’ stato molto strano, c’erano poche persone ed erano impaurite per quello che stava succedendo. E’ stata un’esperienza davvero dura.

Sei riuscita a fare qualche concerto durante l’estate lo scorso anno o non era possibile suonare da voi?
No, da noi non era assolutamente possibile. I live-show stanno tornando solo adesso e la gente è veramente eccitata.

Qui in Italia la scorsa estate ci sono stati alcuni concerti, ma solo outdoor. Come stanno andando le cose con il Coronavirus negli Stati Uniti? La situazione è migliorata?
Direi proprio di sì, quasi tutte le persone che conosco sono state vaccinate, le cose stanno tornando verso la normalità . Venerdì terremo un party nella nostra casa per festeggiare l’uscita del disco. Sono molto contenta e spero che le cose possano andare bene.

I concerti stanno tornando. Dopo il concerto di stasera sarai in tour negli Stati Uniti e in Canada in autunno e poi tornerai in Europa il prossimo anno: che cosa ti aspetti da questi live-show? E’ quasi una cosa nuova? Come ti senti ad avere la possibilità  di tornare finalmente su un palco, dove potrai finalmente vedere delle persone di fronte a te?
Io e la mia band siamo molto contenti. In qualsiasi città  degli Stati Uniti andremo probabilmente troveremo lo stesso tipo di coffee shop, ma ogni tour è un’esperienza diversa e ci fa vedere cose differenti.

Ieri sera hai suonato in TV al Jimmy Kimmel Live, anche se era una performance registrata. Che cosa hai provato?
E’ stato molto divertente. A dire il vero è la prima volta che mi sono vista in TV. Tutti gridavano davanti alla TV. E’ stata una bella esperienza.

Il tuo terzo LP, “Home Video”, vedrà  la luce venerdì prossimo: quali sono le tue aspettative?
Credo che sarà  un’uscita importante. L’ho registrato nel 2019 quindi è già  oltre un anno. Ho scritto queste canzoni ormai parecchio tempo fa. Vederlo uscire è come avere la possibilità  di respirare ancora.

Sia Julien Baker che Phoebe Bridgers sono presenti sul tuo disco: posso chiederti se lavorare insieme a loro è stata una scelta naturale per te?
Assolutamente sì. Avevo lavorato sui loro dischi e così abbiamo deciso di lavorare insieme anche sul mio. In realtà  abbiamo registrato lo stesso giorno tutte le collaborazioni per ogni disco.

Posso chiederti da dove proviene il titolo del tuo album, “Home Video”? C’è qualche significato particolare dietro a esso?
Il titolo è arrivato mentre stavo scrivendo il disco. Si riferisce a come capisco me stessa e a come interagisco con le mie memorie. Sto scrivendo le mie memorie, quindi sto preparando il mio “home video”. E’ una specie di documentario.

Ci puoi raccontare di queste tue memorie di cui parli nelle tue canzoni?
Ci è voluto del tempo prima che riuscissi a capire cosa significavano per me. Erano confuse ed era frustrante ripensare a come ero in quei momenti e a quello che non avevo capito.

Come mai hai deciso di parlarne?
Ne stavo pensando e ho deciso di scriverne. Erano nella mia mente. Credo di essere abbastanza grande ora e quella età  è ormai conclusa.

Parlando della tua canzone “Going Going Gone”, ho ascoltato influenze folk e perfino armonie. E’ stata la prima volta che hai scritto una canzone folk o comunque acustica? Alla fine si possono sentire i tuoi amici che sorridono e sono felici per la canzone.
E’ stata registrata al primo tentativo. E’ una canzone folk, quasi da falò.

Per “Partner In Time”, invece, hai utilizzato l’auto-tune: è stata la prima volta che hai usato questo strumento? Come mai hai deciso di utilizzarlo?
Inizialmente era stato un errore. Quel giorno l’avevamo aggiunto al nostro suono, ma doveva essere una cosa temporanea. Volevamo solo vedere come sarebbe uscito e l’avremmo registrato di nuovo più avanti, ma poi è risultato perfetto per il significato della canzone che parla di cercare di perfezionarsi per qualcuno. Credo che ogni strumento che qualcuno ha a disposizione sia qualcosa di cool.

Quanto pensi di essere cambiata, sia come musicista che come persona, dall’uscita di “Historian”?
Non so, è passato così tanto tempo. (ridiamo) Penso di essere migliorata. Credo che le canzoni siano più interessanti e più personali e forse più visuali. Il nuovo disco parla di un viaggio e dei suoi cambiamenti.

Ti posso chiedere quali erano i tuoi piani originali per il 2020?
Avremmo dovuto fare uscire questo disco nel 2020 e in seguito saremmo dovuti andare in tour, ma poi ovviamente tutto ciò non è successo. Mi ero trasferita da poco a Philadelphia e cercavo di spendere il mio tempo tra Philadelphia e Richmond, Virginia, ma alla fine sono dovuta rimanere a Philadelphia.

Al momento ci sono programmi per realizzare qualcosa insieme a Phoebe Bridgers e a Julien Baker in futuro?
Nessun progetto per il momento, ma sarei contenta se ciò succedesse di nuovo. Penso che tutte noi abbiamo il desiderio di lavorare di nuovo insieme, ma per il momento non ci sono piani in merito.

Alla fine del 2019 hai realizzato un EP, chiamato appunto “2019”, dove c’erano alcune canzoni a tema festivo che avevi pubblicato durante l’anno. Alcune di esse erano cover. Posso chiederti come hai deciso quali canzoni volevi rifare sull’EP?
Non ho fatto alcun programma, sono semplicemente uscite. Inoltre avevo altre canzoni che avevo scritto che mi sembravano simili a livello tematico, così ho deciso di inserirle all’interno di questo EP e mi pare che abbiano funzionato bene. Ho imparato molto registrando quelle canzoni per quanto riguarda il suono e ho utilizzato queste abilità  anche per “Home Video”.

Un’ultima domanda: per favore puoi scegliere una tua canzone, vecchia o nuova, da mettere alla fine di questa intervista come una sorta di colonna sonora?
Direi “First Time”.

Ok , grazie mille, Lucy. Buon concerto per stasera e spero di vederti il prossimo anno quando verrai in tour in Europa.
Grazie a te.

Photo Credit: Marin Leong