Josh Homme, Nick Oliveri, Brant Bjork e John Garcia, una line-up leggendaria, oltre che l’anima più primordiale e viscerale dello stoner rock. “Wretch” è forse un album ancora troppo immaturo, ma si avvertono già  la cupa profondità  dei bassi; la ruvidezza delle trame sonore; le atmosfere ipnotiche, roventi e brucianti che provengono dal deserto californiano; l’attrazione fisica e mentale nei confronti degli anni Settanta; il desiderio di esprimere, liberamente, la propria creatività , senza preoccuparsi delle mode, dei modelli e delle ossessioni del presente; l’atteggiamento sfrontato nei confronti del mondo esterno.

Certo, “Blues For The Red Sun” e “Welcome To Sky Valley” sono lavori diversi, più completi, più solidi e più massicci, con un suono più maturo, definito e riconoscibile. “Wretch”, invece, sembra più approssimativo, ha una produzione più grezza, la quale risente, forse eccessivamente, delle tecniche di registrazione e dei suoni trash tipici degli anni Ottanta, soprattutto dal punto di vista della batteria, mantenendo il disco in perenne bilico tra una dimensione punk e una metal.

Ma sono proprio queste crepe a dare la possibilità  al seme stoner di respirare, di fortificarsi e di germogliare, nutrendosi di vibrazioni blueseggianti; di riff sporchi e ossessivi d’indole hardcore-punk; di paesaggi assolati e strade che, come strette lingue d’asfalto, si perdono verso l’orizzonte; di torridi riflessi e riverberi acidi che profumano di Black Sabbath e di Blue Cheer, mescolati all’energia punkeggiante, ostile e dirompente di band quali i Misfits, i Black Flag e i Dead Kennedys.

E’ così che nacquero i “Katzenjammer”, che poi divennereo “Sons Of Kyuss” ed infine “Kyuss”, traendo spunto dal gioco di ruolo “Dungeons & Dragons” che, probabilmente, aiutava i ragazzi a vincere la noia e l’apatia dei loro pomeriggi, suscitando, nelle loro floride menti, atmosfere fantastiche e, allo stesso tempo, spaventose, nelle quali, però, potevano sentirsi finalmente liberi e assoluti padroni del proprio destino, finendo così per rivoluzionare, per sempre, la musica metallica, spostandone gli equilibri verso ritmiche claustrofobiche e sonorità  maligne e psichedeliche che avevano il sapore di riti antichi, selvaggi e tribali. “Wretch”, assieme ai lavori di band quali i Melvins o gli Sleep, nonostante abbia avuto praticamente una scarsa considerazione commerciale e mediatica, segnerà  l’inizio di un nuovo percorso musicale, un percorso che, col tempo, sarebbe stato percorso da tantissime altre band in tutto il mondo.

Pubblicazione: 23 settembre 1991
Durata: 48:43
Dischi: 1
Tracce: 11
Genere: Stoner Rock, Hard-Rock
Etichetta: Dali Records
Produttore: Catherine Enny, Ron Krown, Kyuss
Registrazione: 1989″“1991

Tracklist:
1. (Beginning of What’s About to Happen) Hwy 74
2. Love Has Passed Me By
3. Son of a Bitch
4. Black Widow
5. Katzenjammer
6. Deadly Kiss
7. The Law
8. Isolation
9. I’m Not
10. Big Bikes
11. Stage III