Ci sono band che hanno un numero fortunato a cui difficilmente rinunciano, per scaramanzia o per affettuosi ricordi. La vita musicale dei vicentini Marco Lorenzoni e Luca Sella gira da tempo attorno al sessanta, sinonimo di Mr60 la loro band precedente. Cifra tonda che li segue anche in questo nuovo progetto che vede l’ingresso al loro fianco di Enrico Grando (chitarrista e sassofonista qui impegnato al sintetizzatore). Abbandonate le influenze indie di qualche anno fa, l’attenzione del trio si sposta su sonorità  decisamente più morbide e psichedeliche.

Numi tutelari: Low, i Mojave3, Pavement, Belle & Sebastian e Daniel Johnston per nove tracce che fin dal cantato in inglese rivelano uno sguardo internazionale. “Se i Mr60 accostavano il deserto culturale veneto a quello texano, oggi quel deserto è una terra post-apocalittica popolata da zombie mangiacervelli. Rabbia ed ignoranza dilagano. Tutto è perduto. O forse no” ammette Lorenzoni nella press release e del passato in “The Flood” rimane il rumore placido di “All I Want” e “Take Me Home”, il tono sognante di “Six Six Sixty” e “Sunday” così diverso dal dinamismo di “Delivery Boy” e dal piglio orientaleggiante di “Rocksong” che presto cambia registro e tiene fede al nome che porta virando verso un pop rock appuntito.

Stesso discorso per la title track che mette in mostra un buon gusto per la melodia con un finale rumorosissimo e scatenato ripreso in parte nel mood cupo e dark della conclusiva “Antipopsong” che apre prospettive interessati per il futuro degli Onceweresixty. Un futuro ancora tutto da inventare e questi nuovi brani usciti per Beautiful Losers / Uglydog Records sono un buon punto di partenza all’insegna del do it yourself, bassa fedeltà  e massimo impegno.