Album di debutto per la promettente band di Hull, città  portuale dello Yorkshire e che in molti ricordano per quel “London 0 Hull 4” debutto (pure quello) di una fantastica avventura, quella degli Housemartins di P.D. Heaton e Norman Cook.
Speriamo quindi di portare molta fortuna a questo sestetto che si è formata alla fine del 2019 e che ha tutte le carte in regola per entrare rumorosamente nel sempre fervido mondo musicale che  contraddistingue quella zona del Nord Est inglese.

La band – o collettivo – si compone di sei elementi che ha in Dan Mawer (voce e chitarra) quello che è un po’ considerato il leader a cui si accompagnano Aimee Duncan (voce e chitarra), John Copley (chitarra), Jack Gallagher (basso). Stephanie Hebdon (testiere e chitarra) e Joe Gray (batteria).

L’album è stato registrato presso il The Nave studio di Leeds e prodotto da Matt Peel (Menace Beach, Pulled Apart By Horses, Crushed Beaks).
Post punk dai ritmi dance, tastiere ad avvolgere riff taglienti di chitarre, voci che si alternano e dialogano, testi cinici e ironici, l’album scorre che è un piacere.   Il ritmo è parte fondamentale della loro musica (se si esclude “Commercial”, un brano dalle cadenze blues, fatto alla loro maniera, questo sia chiaro).

Subito il disco si apre con le vibrazioni di “Take Arms” che ci colpiscono come un proiettile. Ma come disse Edmond Dantès nel celebre romanzo “Il Conte di Montecristo” nell’incassare il colpo che gli trapassò una spalla, anche noi, incuranti del pericolo scampato, dichiariamo entusiasti: “Dolore, non sei un male!”
La voce di Aimee in “Never Enough” è candida e soffice per un brano dalle sfumature romantiche mentre “I Tell You What” è un piccolo capolavoro con quel cambio di ritmo, con quel riff di chitarra che s’incrocia con la voce creando un effetto che toglie l’equilibrio.
Una band che non ha paura di sperimentare ed è proprio questo coraggio nel fondere post punk ed elettronica che ci fa entusiasmare. Come lo stesso Mawer ha dichiarato, possiamo goderci brani come “Don’t You Ever Sleep” e “I Choose Live News” che rappresentano questo ben riuscito tentativo di fusione dei due stili.

Non c’insegnano strani trucchi per sopravvivere, come sembrerebbe dal titolo del loro album, ma i Low Hummer conoscono come farci passare momenti spassosi. Pescate la carta dal mazzo, il trucco c’è, non si vede, ma lamusica si sente, forte e chiara.