Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

BLACK COUNTRY, NEW ROAD – “Ants From Up There”
[Ninja Tune]

Hanno fatto il botto con l’album d’esordio, in cui hanno sapientemente mescolato le carte e ora sono attesi a un bis doveroso. I singoli lavorano molto sia su una componente tanto prog quanto drammatica ed evocativa, ma le spigolosità  non mancano. Insomma si attende una band che riuscirà  ad ampliare il suo raggio d’azione, uscendo dal post-rock. Eravamo entusiasti e lo siamo stati per tutto il tempo. Quest’album è stato un piacere da suonare e produrre. Ho pure accettato l’idea che questo sarà  il miglior lavoro su cui abbia potuto metter mano e lo sarà  per il resto della mia vita. E va bene così”…, così dice Tyler Hyde. E noi ci crediamo!

ANIMAL COLLECTIVE – “Time Skiffs”
[Domino]

“Time Skiffs”, il primo album in studio del quartetto in più di mezzo decennio, a quanto ci dicono le note stampa sembra una conversazione tra quattro vecchi amici, proprio come durante i primi anni e nel periodo di “Strawberry Jam”. Queste nove canzoni sono lettere d’amore, segnali di pericolo, osservazioni en plein air e inni di rilassamento, le trasmissioni raccolte di quattro persone che sono cresciute dentro relazioni, paternità  e preoccupazioni da adulti. Ma rese con il singolare senso di meraviglia esplorativa degli Animal Collective, lo stesso di sempre. Ecco gli Animal Collective dopo 20 anni, ancora alla ricerca di cosa viene dopo.

MITSKI – “Laurel Hell”
[Dead Oceans]

Durante un incontro con Zane Lowe di Apple Music, la cantante nippo-americana ha parlato del processo di lavorazione del seguito di “Be the Cowboy” del 2018. Ha rivelato che la maggior parte delle canzoni erano già  state effettivamente scritte lo stesso anno in cui era stato pubblicato proprio quell’ultimo full-length e poi vari demo risalenti al gennaio 2019. Pensavo davvero che sarebbe stato fatto prima. è solo che è stato davvero difficile fare qualcosa durante la pandemia. Mitski ha continuato spiegando come è arrivata al suono influenzato dagli anni ’80 dell’album: Io e il produttore, Patrick Hyland, continuavamo a trovare suoni diversi. Ad un certo punto, era un disco country. Ad un certo punto era un disco punk. E poi verso la fine, solo perchè stavamo mixando durante la pandemia e ho avuto questa sensazione, anche se molte delle canzoni sono tristi, avevo bisogno di qualcosa che fosse vivace, che desse la sensazione che stavamo facendo bene. E ho pensato, ok, gli anni ’80, proprio quando tutti erano in quella bolla e tutti si sentivano bene. Tutti avevano bisogno di tirarsi su, me compreso. Avevo solo bisogno di qualcosa che mi facesse ballare. Ed è da lì che è nato il suono.

CATE LE BON – “Pompeii”
[Mexican Summer]

Quale sarebbe il tuo ultimo gesto, cosa faresti prima della fine?.
Se lo chiede Cate Le Bon che dall’ormai immancabile presenza della pandemia globale, da eco-traumi, ma anche da arogmenti più meta-fisici (il divino ed echi d’arte classi), raccoglie ispirazione per i brani di questo nuovo disco (il sesto).
Scritto principalmente al basso e composto da sola durante un momento di isolamento forzato, l’artista gallese suona tutti gli strumenti tranne batteria e sassofono per i quali accorrono in aiuto Stella Mozgawa e Euan Hinshelwood.

A PLACE TO BURY STRANGERS – “See Through You”
[Deadstrange]

Potremmo dire che forse non troveremo sorprese nel nuovo album di questi veterani, ma in fondi dei conti le vorremmo veramente? Prepariamoci dunque al classico muro sonoro che troverà  linfa e vigore da scosse telluriche di noise rock, post punk, shoegaze e psichedelia deragliante. “See Through You” è un viaggio esplosivo che esplora i limiti della follia mentale dell’ascoltatore, offrendo contemporaneamente il gruppo di canzoni più accattivanti della discografia della band. è un cenno del capo all’ethos della scuola d’arte delle origini della band, mentre forgia una nuova e chiara direzione in avanti, ci spiega la press-release. Grande attesa.

THE DIVINE COMEDY – “Charmed Life ““ The Best of The Divine Comedy”
[Divine Comedy]

Neil Hannon celebra i 30 anni della sua creatura pubblicando il più classico, e apprezzato, dei Best Of. 24 brani recuperati dalla lunga discografia del cantautore di Derry e rimasterizzati agli Abbey Road Studios che potremo apprezzare in un’unica data italiana a marzo.

WOVENHAND – “Silver Sash”
[BMG]

A sei anni distanza dall’ultimo “Star Treatment” David Eugene Edwards riporta in pista la sua band da oltre 20 anni unanimamente riconosciuta tra le innovatrici della scena indie americana e dell’alternative country.
Interamente scritto e composto da Edwards insieme al chitarrista Chuck French, “Silver Sash” ha avuto una gestazione lunga 4 anni.

ERIN RAE- “Lighten Up”
[Good Memory/Thirty Tigers]

Terzo album per la carismatica cantautrice di Nashville Erin Rae, un caleidoscopio di country, psych folk, indie-rock e Laurel Canyon pop orchestrato e arrangiato con maestria unica.
Il nuovo lavoro di Erin è stato registrato con l’aiuto in produzione, ai cori, chitarre e batteria di Jonathan Wilson e vanta guest del livello di Kevin Morby, Ny Oh e Meg Duffy degli Hand Habits.

LOS BITCHOS ““ “Let the Festivities Begin!”
[Universal]

Surf, psichedelia, instrumental party music e nella stanza dei bottoni, a coadiuvare le 4 fanciulle di Londra, in qualità  di produttore Alex Kapranos voce e leader dei Franz Ferdinand.
Non sarà  girl-power ma sicuro ci si diverte.

ROLO TOMASSI ““ “Where Myth Becomes Memory”
[MNRK]

Album numero 6 per la band mathcore di Sheffield.
Questo è un album molto importante per tutti noi, spiega il co-frontman e tastierista James Spence, Di tutto ciò che abbiamo fatto, è quello di cui sono più orgoglioso. Penso che sia il più ambizioso e creativo che la nostra band abbia mai suonato e qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno per superare gli ultimi anni. Non vediamo l’ora di condividerlo e di farci aiutare a dargli vita

THE REDS, PINKS & PURPLES ““ “Summer at Land’s End”
[Slumberland]

Per chi non conoscesse ancora il nuovo sublime progetto jangle pop del veterano Glenn Donaldson (Skygreen Leopards, Art Museum) riportiamo le più che mai centrate note di accompagnamento a questo “Summer at Land’s End”:
…le canzoni di “Summer At Land’s End” sono state realizzate lentamente e poi messe insieme per fare una dichiarazione unitaria. Ma qui, e più di prima, “Summer At Land’s End” combina la rude sensibilità  pop di Donaldson con un universo musicale parallelo, composto da immagini, sogni e sentimenti senza parole. Anche se il tema di fondo di questa raccolta è un conflitto o infelicità , la visione della musica presenta una fuga verso un nuovo mondo, sempre in dissolvenza dentro e fuori dalla vista…

KORN – “Requiem”
[Easy Life]

A causa degli effetti del Covid e dell’impossibilità  di suonare dal vivo, “Requiem”, come dicono le note stampa, è stato concepito in circostanze molto diverse rispetto alla maggior parte del catalogo della band. è un album nato senza fretta e dalla possibilità  di creare senza pressioni. Stimolata da un nuovo processo creativo senza vincoli di tempo, la band è stata in grado di fare cose con “Requiem” che gli ultimi due decenni non sempre si è permessa, come prendersi più tempo per sperimentare insieme o registrare diligentemente su nastro analogico, processi che hanno portato alla luce una nuova dimensione sonora e consistenza nella loro musica.

GIOVANNI TRUPPI ““ “Tutto L’Universo”
[Universal]

Sull’onda lunga di “Tuo Padre, Mia Madre, Lucia”, brano presentato in queste ore a Sanremo, Giovanni Truppi mette un punto pubblicando oggi l’antologia che riassume i suoi 10 anni di musica.

BASTILLE ““ “Give Me The Future”
[Virgin]

Nuovo disco dalla forte impronta sci-fi per i Bastille.
“Give Me The Future” è pieno di riferimenti a film e letteratura fantascientifici, videogiochi e VR ed esplora un paese delle meraviglie futuristico libero da restrizioni – ogni canzone è un diverso paesaggio onirico ballabile, un luogo dove si può viaggiare avanti e indietro nel tempo per essere chiunque, fare qualsiasi cosa, e abbracciare una nuova onda tecnologica, che ci permette di perderci nella nostra immaginazione.

ABIODUN OYEWOLE ““ “Gratitude”
[Afar/Fire Records]

Poeta, insegnante ma soprattutto membro fondatore dei leggendari Last Poets, da più parti indicati antesignani dell’hip-hop, il veterano Abiodun Oyewole pubblica oggi il suo nuovo lavoro solista. Jazz, spoken word, soul… se ti mancano le produzioni di Gil Scott-Heron qui trovi un modo per consolarti.

THE HIGH WATER MARKS ““ “Proclaimer of Things”
[Minty Fresh]

C’hanno preso gusto gli High Water Marks.
A meno di 24 mesi dall’ultimo “Ecstasy Rhymes”, disco che segnava dopo 13 anni il ritorno della band capitanata da Hilarie Sidney – co-fondatrice della storica Elephant 6 Recording Co. – ecco “Proclaimer of Things” altra ottima raccolta di melodiche gemme psych-rock disegnate da chitarre fuzzy, drumming incisivi e synth ipnotici.

MARISSA NADLER – “The Wrath of the Clouds” EP
[Sacred Bones/Bella Union]

Dalle session in studio del suo ultimo disco, “The Paths Of Clouds”, Marissa Nadler recupera 5 brani inediti.
Ci sono anche due cover: “Saunders Ferry Lane” di Sammi Smith e “Seabird” degli Alessi Brothers.

LOUISE WESETH – “Woodlands” EP
[A Modest Proposal]

Debut EP per la giovane e talentuosa cantautrice norvegese Louise Weseth.
Il suo mini-album è una raccolta di cinque canzoni malinconiche ma piene di speranza in cui suoni familiari, intimi e organici si incontrano e si fondono con paesaggi sonori lussureggianti e sognant

YEULE – “Glitch Princess”
[Bayonet]

Fenomeno nato essenzialmente online a colpi di visualizzazioni tik-tok e twitch Yeule, progetto musicale della giovane singaporiana di base a Londra Nat Cmiel, punta ad un pubblico di post-millenial a colpi di pop ed elettronica con un’estetica e un immaginario che paga un forte tributo alla Grimes periodo Elon Musk.
“Glitch Princess” esce sulla label di Dustin Payseur dei Beach Fossils.