“Never Let Me Down” fa parte del periodo peggiore di Bowie, iniziato con il successo di “Let’s Dance” e continuato con “Tonight” con il quale si contende il titolo di suo peggior album.
Pur riuscendo a vendere tantissimo, l’album sarà  in un certo senso l’emblema della debolezza di Bowie, che sembrava aver perso la sua forza creativa rivoluzionaria, non aveva più il favore della critica e si accontentava di un successo commerciale di plastica.

La critica musicale lo tratterà  per quello che era e Bowie finirà  per risentirsi della pessima accoglienza ricevuta dal suo lavoro, i Tin Machine saranno la sua risposta a tutto queto, scegliendo di   allontanarsi dalla ribalta per portare avanti un progetto che aveva alle basi l’idea di creare qualcosa che fosse simile al sound dei Pixies, sarà  una scelta che non porterà  nulla di particolarmente interessante e si esaurirà  in due album.

La cosa incredibile era rappresentata dal fatto che Bowie si era trasformato da re Mida in un artista che sbagliava tutte le scelte, in tal senso è emblematico il singolo che fece uscire in coppia con Mick Jagger due anni prima, “Dancing In The Street” una cover dei Martha Reeves & The Vandellas, una versione senza senso accompagnata da uno dei video più brutti mai realizzati: per la prima volta Bowie sembrava ormai far parte del passato e incapace di stare al passo con i tempi o avanti come aveva fatto per tutti i 70, l’accoppiata con Mick Jagger resta tra le scelte peggiori della sua carriera.

“Day-In Day-Out” esce nel mese di marzo e anticipa l’album come chiaro tentativo di creare un brano sulla scia dell’ossessionante successo di “Let’s Dance”, il giochino però non riesce e il brano non ha lo stesso impatto emotivo, appesantito da arrangiamenti e una produzione non all’altezza sarà  uno dei singoli trainanti più deboli e meno riusciti della sua carriera.

Per quanto Bowie all’inizio difenderà  “Never Let Me Down”, vantandosi del fatto che avesse comunque ottenuto un buon successo commerciale, negli anni a più riprese lo rinnegò sostenendo che, per quanto a livello di demo non era poi così male era stata poi la fase produttiva a rovinare completamente tutto.

Guardando a quel periodo lo ricorderà  come il momento in cui sentiva di essersi trasformato in un cantante qualsiasi, non lo interessava più il suo pubblico e quello che realizzava, consegnava qualche bozza di brano e poi lasciava tutto il lavoro agli altri, incidendo le parti vocali ma senza credere pienamente nel progetto, fare più soldi possibili e uscire di scena era il suo mantra.

Riascoltandolo oggi l’album resta quello che era, “Time Will Crawl”, secondo singolo uscito, è ancora oggi un pezzo interessante ma è stato buttato via con una produzione superficiale, per il resto l’intero “Never Let Me Down” resta il suo punto più basso, insieme, come già  detto, a ” Tonight”, che è difficile anche definire un album.

Per i fan storici Bowie scricchiolava dai tempi di “Let’s Dance”, personalmente lo avevo difeso interpretando l’album, per quanto mancante di una certa linea progettuale precisa, come l’ennesima sua volontà  di trasformarsi ma quando prenotai e poi acquistai ” Tonight” la delusione fu cocente, un non album senza alcun senso, una mezza presa in giro per chi lo seguiva da tempo ed era abituato ad altro.

“Never Let Me Down” sembrava confermare quello che all’epoca sembrava essere la fine di un mito, fortunatamente non era così e Bowie tornerà  a splendere ma questa è un’ altra storia…

Data di pubblicazione: 27 aprile 1987
Tracce:  12
Lunghezza: 48:06
Etichetta: EMI America Records
Produttore: David Bowie, David Richards

Tracklist
Day-In Day-Out
Time Will Crawl
Beat of Your Drum
Never Let Me Down
Zeroes
Glass Spider
Shining Star (Makin’ My Love)
New York’s In Love
’87 And Cry
Too Dizzy
Bang Bang