A due anni di distanza dal precedente, “Marigold”, i Pinegrove ritornano con questo quinto LP, il loro secondo per Rough Trade Records: registrato tra i Levon Helm Studios di Woodstock, NY e The Building di Marlboro, NY, il disco è stato prodotto dal frontman Evan Stephens Hall e dal chitarrista Sam Skinner, mentre l’ex Death Cab For Cutie Chris Walla si è occupato del mixing.

Registrato per la prima volta all’interno di uno studio vero e proprio, “11.11” parla di temi come la pandemia e la crisi ambientale mondiale.

Il disco si apre con “Habitat”, un brano di quasi sette minuti: il pezzo parte in maniera decisamente aggressiva e inaspettata, utilizzando la potenza di chitarre e batteria, ma si trasforma nella sua seconda parte si lascia andare verso un suono più tranquillo e riflessivo, in cui si possono sentire anche voci di alcuni uccelli, quasi come se Hall fosse alla ricerca di un contatto con la natura.

Si respira leggerezza e poesia in “Flora”: costruita con l’acustica e il piano che regalano calore e sensazioni di purezza, questa traccia ci porta su sereni territori country-folk tanto cari alla band del New Jersey.

Nel singolo “Respirate” il gruppo statunitense critica la società  e la politica che, come tutti noi, pensava potessero migliorare dopo la pandemia: ovviamente non è così, ma Hall e soci comunque rimangono speranzosi. Il brano, dai tranquilli toni country pieni di sincera emotività , si conclude poi con la grandezza di un organo imponente suonato dal padre del frontman, Doug.

Poco più avanti “Cyclone” ci mostra il lato più sincero dei Pinegrove, mentre, tra leggerezza e malinconia, trovano spazio anche momenti più energici in particolare nel sempre puntuale drumming di Zack Levine.

Un disco solido e molto piacevole, “11.11” non manca di quella poesia che Hall e compagni ci hanno sempre donato attraverso le loro canzoni: aprite il cuore e ascoltatelo per godere del suo conforto e della sua emotività .

Photo Credit: Balarama Heller