Un po’ di vecchio, sano hard rock fatto per bene non guasta mai. E allora senza indugio alcuno consigliamo a tutti gli amici più truci e borchiati di Indie for Bunnies questo “Get Off”, secondo album prodotto dai Motor Sister. Un vero e proprio supergruppo di cui fanno parte il cantante e chitarrista Jim Wilson (Mother Superior), la cantante Pearl Aday (figlia del compianto Meat Loaf), il chitarrista Scott Ian (membro storico degli Anthrax e marito della Aday), il bassista Joey Vera (Armored Saint, Fates Warning) e il batterista John Tempesta (Exodus, Testament, White Zombie, The Cult).

Una formazione davvero da urlo ma senza alcuna velleità  di successo, nata qualche anno fa per rendere omaggio a quei Mother Superior che, per lungo tempo, furono il fulcro della Rollins Band del nerboruto Henry Rollins.

I Motor Sister suonano principalmente per divertimento e passione, quindi non aspettatevi fuochi d’artificio da un disco che di certo non entrerà  nella storia del genere – ma non ditelo a Scott Ian, secondo il quale siamo al cospetto della miglior opera hard rock dai tempi di “Appetite For Destruction”. Il disco comunque gira alla grande e, nonostante la totale assenza di guizzi di coraggio e creatività , si fa apprezzare per brani sempre e costantemente grintosi ed eccitanti, dal gusto fortemente metallico e dal tiro impressionante.

Ottime “Coming For You”, “Excuse Me, Your Life Is Exposed”, “Lion’s Den”, la ballatona “Pain”, la pesantissima “Rolling Boy Blues” e la più melodica “Sooner Or Later”, che cita in maniera alquanto sfacciata i Thin Lizzy del leggendario Phil Lynott. Inutile dirvi che il livello dei musicisti coinvolti nel progetto è stellare: Pearl Aday, forse l’unica vera sorpresa dei Motor Sister, ha una voce strepitosa e avrebbe meritato maggior spazio.

Il palcoscenico però è tutto per Jim Wilson, figura di culto dell’heavy statunitense, che ci regala una bella raccolta di riff da gustare tra amici durante una grassa grigliata sotto il sole cocente di questi giorni. Un panino con la salsiccia, una birrozza ghiacciata e i dodici pezzi di “Get Off” per un’estate ignorante e all’insegna dell’hard rock più ruspante.