Quando Taylor Mulitz decise di lasciare i Priests poco dopo l’uscita dello strepitoso album “Nothing Feels Natural” – che per quello che vale la mia opinione, uno dei migliori album dello scorso decennio – la band di Katie Alice Greer non riuscì a mantenere quel livello con il successivo album, dignitoso si, ma incapace di sfiorare la forza e l’energia di quell’opera d’arte.

In seguito la band di Washington si sciolse lasciando un grande vuoto nella mia vita e nell’intero universo conosciuto.

Intanto il nostro Taylor fondò i Flasher con Emma Baker (batteria) e Daniel Saperstein (basso). Il loro debutto (2018) “Constant Image” rese meno amara la tragedia accaduta a Whashington pochi mesi prima: suoni taglienti, quel basso potente e la chitarra piena di fantasia e tremendamente intrigante ( ora imbracciata da Mulitz ) e la batteria della Baker precisa e coinvolgente, ci costrinsero a far pace con il mondo.

Chi la fa l’aspetti” dice un celebre detto e come spesso accade nel nostro vivere quotidiano scopriamo che idee, motivazioni e obiettivi possono cambiare in ognuno di noi.
E fu così che Saperstein, quello del basso potente, decise di abbandonare la band lasciando il nostro Taylor ed Emma soli, a fissare l’orizzonte che si dissolve sullo sfondo di un’immensa prateria.

Era proprio l’interazione, l’influenza reciproca dei tre artisti che permetteva il raggiungimento di un risultato di così alta qualità .
Inutile quindi nascondere che l’ascolto di “Love Is Yours” era condito di una stimolante curiosità  sporcata però dal timore che il disco risultasse deludente, come da evento prima tristemente descritto.
La prima impressione risulta invece una piacevole sorpresa: Taylor ed Emma non hanno cercato di continuare e persistere sulla strada ben marcata che “Constant Image” aveva ben tratteggiato.

Basterebbe ascoltare “Sideways”, già  singolo e brano più gettonato dai fan, per trovarci con la bocca aperta e gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Un brano dalle indubbie cadenze funky, un ritmo davvero coinvolgente che caratterizza molti brani dell’album.
Tredici brani, voci rilassate, quasi sussurrate. Synth timido, melodie a grappoli. Il duo di Washington armonizza  che è un piacere, il finale di “Nothing” è spettacolare.

E’ nel nostro interesse che i Flasher non perdano altri pezzi nel loro cammino artistico. Taylor ha talento, la Baker ha ritmo e pure una voce delicata che ben si fonde con quella del socio. Speriamo non ci mettano quattro anni per pubblicare il prossimo, siamo gente paziente noi ma non ancora immortali!