Mondo curioso e delicato quello evocato da Gianmario Galano (già  nei The Bidons e Fiori di Cadillac) che si reinventa nei panni del “furfante” della situazione. Tale solo di nome d’arte in realtà  visto che le sei tracce di “To Eat Yourself” (Shore Dive Records) mostrano un’anima tutt’altro che aggressiva. Drum machine, sintetizzatori, chitarre, dream pop venato da un pizzico di elettronica e molta melodia. Questa la ricetta di I’m The Villain, progetto solista in cui Galano riscopre il piacere del Do It Yourself.

Cover di rango, una “No Surprises” dei Radiohead riletta in chiave sincopata e a tutto synth ma in fondo piuttosto fedele all’originale, per il resto molta voglia di sperimentare e di mettersi in discussione. Mistero e armonie pop contagiano “Song 1” che sembra un omaggio agli anni ottanta, poi arriva una coppia di ballate romantiche come “The Shade” e “Say It’s Over” ad addolcire l’atmosfera.

Un alternarsi di ritmo costante che non rinuncia ai toni elettro ““ acustici di “Heart-Shaped Ghost”, uno dei brani più completi e rifiniti dei sei proposti e notevole per l’intensità  dimostrata in contrasto con il finale uptempo pienamente synth pop di “Little Voices”, cavalcata che chiude i giochi con grinta. Un EP ricco di spunti, la nuova vita di un chitarrista in cerca di altre strade che ha trovato nell’autoproduzione la chiave di volta di un progetto appena agli inizi ma già  interessante.

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