è un album tutto incentrato sul tema dell’identità  quello che ci regalano i Pencey Sloe, band francese nata pochissimi anni fa ma già  pronta a dire la sua in campo dreamgaze. La musica sfaccettata ed emotiva di “Neglect” rappresenta un vistoso ma delizioso paradosso; si muove sempre e costantemente sulla sottile linea che divide il sogno dall’incubo, tra le impronte leggere della dolcissima voce di Diane Pellotieri e il ritmo possente della batteria di Clèment Hateau.

Un viaggio tra ombre e luci in cui le sonorità  tipiche dello shoegaze si fanno così eteree e impalpabili da scomporsi per poi sciogliersi, fino a perdersi in rigagnoli di suono che bagnano note dal gusto post-metal. La chitarra elettrica, carica di distorsione e riverbero, crea un muro di rumore che non è mai davvero inscalfibile.

Spesso e volentieri, infatti, la fortezza sognante costruita dai Pencey Sloe crolla sotto il peso di una delicatezza tanto intensa da riuscire a infiltrarsi senza fatica tra brani malinconici e dall’animo poliedrico. L’unico punto inamovibile di “Neglect” sta nella tenerezza delle sue bellissime melodie, figlie del dream pop più puro e incontaminato.

Lo stile soave della voce di Pellotieri infonde enorme serenità  a tutta l’opera, anche nei suoi momenti più dark e deprimenti. Tutto scorre in tranquillità , tra parentesi di placida introspezione (“Inner”, alcuni passaggi di “What They Need”) e sferzate di energia dominate dai suoni potenti e solenni del post-metal meno cervellotico (“Smile To Zero”, “Neglect”, “Mirror Rorrim”).

Questo continuo e immutabile senso di calma, anche nel mezzo della tempesta, non sempre fa del bene alla musica dei Pencey Sloe; “Neglect” ha qualche problema sui versanti della noia e della ripetitività . Piccoli difetti per un buon album che può vantare la presenza di due ospiti di assoluto prestigio: Neige (Alcest) su “The Run I.” e Justin Broadrick (Godflesh, Jesu) su “The Run II.”.