“Emotivamente molto fisico”. Così è stato definito il nuovo disco da Benjamin John Power (fondatore insieme ad Andrew Hung dei Fuck Buttons), aka Blanck Mass, il quale da stretto collaboratore della band nei precedenti lavori si trova ora come membro ufficiale. Una cosa è certa, questo “EBM” – settimo album sulla lunga distanza degli Editors in diciassette anni di carriera – suona decisamente energico e potente nel quale si fa largo una massiccia dose di elettronica che, di fatto, saluta definitivamente (e non solo in questo lavoro) il post-punk degli esordi.

L’assillante intro dell’opener “Heart Attack” ha proprio il compito di costruire le fondamenta sulle quali sostenere le nove tracce di questa nuova fatica della band di Stafford; nove episodi ficcanti e a volte ruffiani capaci di coinvolgere anche il più nostalgico e severo fan di Smith e soci.

Oltre che dal cennato “Heart Attack”, il nuovo disco è stato salutato da due singoli che hanno mostrato le classiche facce della stessa medaglia e, dunque, al martellante electro-pop di “Karma Climb” si contrappone la debole “Vibe” che probabilmente sarà  condannata ai più biechi e ripetuti skip! Sorte che invece non colpirà  di sicuro le concitate e veloci pillole dance di “Strawberry Lemonade”.

“EBM” cancella qualunque esperienza del passato e al centro del trionfo di sintetizzatori e drum machine di stampo eighties si trova un gruppo in forma smagliante che non ha avuto timore alcuno di virare su rotte decisamente audaci e dai risvolti più che soddisfacenti, come nelle note della fragorosa “Picturesque” ovvero in quelle dell’ipnotica closing track “Strange Intimacy”, con in dote un efficace refrain. Per raggiungere probabilmente il punto più alto del record, occorre muovere sulla neworderiana “Kiss”, la quale tuttavia pecca nella durata, circostanza che affligge purtroppo altri brani del full-length, senza che l’over minutaggio aggiunga alcunchè.

Il sestetto britannico formato da Russell Leetch, Edward Lay, Justin Lockey, Elliott Williams, Benjamin John Power può senz’altro contare sull’ugola ipnotizzante di Tom Smith in stato di grazia il quale mette in evidenza le sue doti ora nella lenta e malinconica “Silence” ora nella riuscita “Educate”.

Insomma, “EBM” è un disco che funziona, intrattiene e guarda al futuro, quello di una band che in maniera autentica e diretta ha messo in scena un lavoro destinato certamente a dividere ma nel quale troveranno giovamento sensazioni di libertà  e spontaneità .

Photo credit: Rahi Rezvani