Un maestro, un’orchestra, una band funk che ama divagare in territori eterogenei tra loro – cosmici e psichedelici, blues e jazz – strade che si incrociano, producendo quelle che non sono solo delle semplici cover. Non potrebbero mai esserlo visti i protagonisti in gioco. Si tratta, invece, di una visione alternativa, da rock band, di quelle che sono musiche da film con un potente, straordinario ed immenso background classico e sinfonico.

Una visione che, oggi, dopo questo secondo volume, quello più cupo ed introspettivo, sarà  proposta anche dal vivo, in set capaci di mettere assieme brani leggendari e popolari, come l’inno western per antonomasia, “Il Buono, il Brutto, Il Cattivo”, ad altri che sono più criptici e sinistri, come la trepidante e tormentata “Il Gatto A Nove Code”. Narrazioni musicali differenti che evocano scenari e ambientazioni fantastiche, ma tali da mettere gli ascoltatori a proprio agio, come se si trattasse di luoghi, di epoche, di personaggi e di paesaggi assolutamente noti e familiari. Questa, in fondo, è la grandezza morriconiana che i Calibro 35 riescono ad amplificare e fare propria, coinvolgendo, anche in questo secondo progetto di studio, di analisi, di conoscenza, di ricerca, di sintesi e di rielaborazione personale dell’opera di Ennio, artisti con una storia umana e professionale diversa, ma tutti perfetti nel lasciare il proprio contributo: in “The Ballad Of Sacco e Vanzetti” compare Joan As A Police Woman, in “La Tarantola Dal Ventre Nero” c’è Alessandro Cortini, in “Ancora Qui” Elisa e in “Per Qualche Dollaro In Più”, infine, abbiamo Roy Paci.

Sensibilità  soggettive che pongono l’accento sull’anima più sperimentale del disco, una caratteristica fondamentale che richiama, direttamente, il modus operandi di Morricone, capace di inserire note, strumenti, voci ed elementi musicali atipici o inattesi nelle sue creazioni musicali, rendendole, in tal modo, inafferrabili, leggere e divertenti. Canzoni che ritrovano, in questo album, una rinnovata freschezza e una nuova originalità ; canzoni che stimolano le nostre menti, che si rapportano col nostro presente, lasciando che il loro accattivante e pacifico sguardo non sia più rivolto al passato nel quale esse erano state concepite, bensì al futuro, propiziando la genesi di nuove idee, di nuove ipotesi, di nuove mosse in quella che resta una partita a scacchi con noi stessi, con il tempo, con lo spazio e con la vita.

Un gioco, certo, ma un gioco di grande importanza, che, però, possiamo e dobbiamo affrontare senza patemi, senza fobie, senza ossessioni, senza inutili ed assurde sovrastrutture artificiali, facendoci ispirare ed approfondendo, come faceva Ennio Morricone e come fanno i Calibro 35, da quelle che sono le nostre esperienze dirette, con la consapevolezza, però, che lo studio e la stessa sperimentazione non avranno mai fine; questo processo di apprendimento continuo può durare un’intera esistenza, addirittura oltrepassarla e lasciare che altri cuori ed altre intelligenze lo facciano proprio, donando così a queste musiche da film un respiro eterno, estraneo agli schemi politici, economici, sociali o religiosi che, molto spesso, affliggono gli esseri umani, impedendo loro di anelare ai segreti nascosti del Creato.

Credit Foto: Attilio Marasco