Origini venete ma nate e cresciute in Canada, Emmalia e Sarafina Bortolon-Vettor (rispettivamente chitarre, batteria e voce) arrivano al debutto sulla lunga distanza dopo il buon esordio con l’EP “Ezzelini’s Dead” e continuano imperterrite a creare un universo parallelo fatto di post punk e drone rock, chitarre muscolari ai confini col metal e atmosfere dark con punte horror. Tutto ispirato alle storie raccontate dalla nonna materna che formano una solida base per la stesura di testi che uniscono incubi e vita vissuta.

E’ proprio la novantatreenne Maria a fare gli onori di casa con lo spoken word che apre l’omonimo brano, una presenza costante a volte minacciosa a volte rassicurante che tornerà  anche in “Out At Sea” e “Basta”. Il singolo “Have You Seen Her” (di cui abbiamo già  parlato qui) è pieno di cupe vibrazioni, “Silence Is A Killer” punta invece sulla melodia e su una strettissima dinamica tra chitarra, batteria e la voce di Sarafina dal tono ipnotico e ammaliante che contagia anche la tagliente “Teeth”, forse il pezzo più diretto, rock e grintoso dei nove proposti.

Josh Korody (Vallens, Fucked Up, Nailbiter, Breeze, Beliefs) ha co ““ prodotto “Malocchio” insieme alle Bortolon-Vettor regalando buona varietà  a un sound compatto e mai troppo ripetitivo, che gioca con riverberi, effetti, drumming cavernoso, tribale in “Lashes on Fire” e approda al classico post punk con “Goodnight My Dear” in un crescendo di chitarre distorte. “Perfect Moment (A Beautiful Reunion)” tira fuori il meglio dai contrasti vigorosi tra armonie e musica, perfetta rappresentazione del modo in cui le Bonnie Trash definiscono il loro stile: apocalyptic emotional doom. Un disco solido “Malocchio”, che cammina sul filo dei ricordi senza perdere di vista la giusta direzione.

Credit foto: Dana Bellamy