I Deadletter sono una giovanissima band post-punk originaria dello Yorkshire, ma di stanza a Londra. Dopo aver pubblicato una manciata di singoli, il mese scorso il gruppo inglese ha pubblicato, via So Recordings, il suo primo EP, “Heat!”. Noi di Indieforbunnies abbiamo approfittato di questa release per contattare via e-mail il frontman Zac Lawrence e farci raccontare qualche dettaglio sull’EP e per parlare dei loro progetti futuri. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao ragazzi, come state? Prima di tutto, potete presentare la vostra band ai nostri lettori?
Siamo i DEADLETTER. Io sono Zac, il frontman della band.

Il vostro primo EP, “Heat!”, uscirà  tra pochi giorni: cosa ne pensate? Quali sono le vostre aspettative?
Siamo contenti di poter pubblicare un lavoro più lungo, una raccolta di creatività  piuttosto che una sola canzone.

“Heat!” è un titolo brillante: da dove viene? C’è un significato particolare dietro?
è breve e chiaro e si presta a molteplici interpretazioni. è anche una porta d’accesso a un ulteriore lavoro che abbiamo in programma.

Vi siete trasferiti dallo Yorkshire a Londra: quanto ha influito la capitale sulla vostra musica?
Direi che Londra ci ha dato un ambiente per definire veramente noi stessi. Un ambiente che non potevamo trovare nelle piccole città  del Nord.

Siete in sei nella vostra band: come funziona il vostro processo creativo? è una cosa collaborativa? C’è qualcuno di voi in particolare che scrive la musica o i testi?
Scrivo tutti i testi in un taccuino che viene portato ad ogni sessione di prove e di scrittura. Di solito George (basso) e Alf (batteria) iniziano il processo musicale e noi scriviamo intorno a quello.

Sia in “Madge’s Declaration” che in “Binge” sento influenze dei Talking Heads, ma queste due canzoni sono anche esaltanti come la musica degli Yard Act. Entrambi i gruppi sono stati fonte di ispirazione per il vostro sound?
Direi che i Talking Heads sono sicuramente un’ispirazione. Gli Yard Act non tanto. Sono un gruppo di ragazzi adorabili e fanno musica da urlo, ma si dà  il caso che esistiamo nello stesso periodo; non sono nostre influenze.

“Zeitgeist” mi ricorda in qualche modo i Pill, band di New York, con quel grande sax inserito in elementi post-punk oscuri: volevate aggiungere un po’ di luce al vostro brano?
In realtà  credo che il sax abbia un tono piuttosto minaccioso in questa canzone in particolare. Mi piace però che tu lo senta come un tocco di luce.

Quali sono i prossimi appuntamenti? Farete un tour nel Regno Unito nei prossimi mesi? Avete già  in programma di pubblicare altra musica nuova nel corso del 2023?
C’è il 100% di nuova musica in arrivo nel 2023. Le sessioni di scrittura dei nostri album sono in corso proprio in questi giorni e i tour sono inevitabili.

Un’ultima domanda: potete scegliere una delle vostre canzoni come colonna sonora di questa intervista?
Direi “Zeitgeist”.

Credit Foto: Joe Mulville