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Meglio non farsi trarre in inganno dai nomi. L’album di debutto dei newyorchesi Fire Man si intitola “Yerself Is Fire” ma, nonostante il titolo incendiario, non riesce ad accendere davvero alcun fuoco. O meglio, non ancora.

Perché di certo sembrano avere talento i misteriosi Caio (voce, chitarra e basso) e Kiyoshi (batteria), i due individui che si nascondono dietro questo gruppo incazzato, sporco e stonato che propone un miscuglio potente ma ancora acerbo di post-hardcore, punk, alternative metal, math rock, noise e persino power pop (ascoltare “Death Drive With Julie” per credere).

Con la testa e il cuore fermi agli anni ’90, i Fire Man vomitano addosso all’ascoltatore le loro paure e insicurezze in quaranta minuti scarsi di pura tensione sonora. Un disco grezzo come una demo, dove il forte impatto in stile live riesce a mettere in secondo piano la scarsa (se non inesistente) coesione. La musica di “Yerself Is Fire” è fatta di energia e impulsi. Chitarre pompatissime e riff devastanti soffrono sotto il peso di idee buone ma mescolate un po’ a casaccio. La fantasia confusa e caciarona che domina nelle teste dei due Fire Man non rende onore a un album che, con brani più brevi e strutturati meglio, avrebbe sicuramente fatto un figurone.

Perché, a fronte dell’inesperienza e del caos, “Yerself Is Fire” fa intravedere sprazzi di crossover non solo buono, ma anche molto originale (“Machine”, “Gun Cures Brain” e “OCD”). Vediamo cosa ci riserverà il futuro! Nel frattempo, segnatevi il nome in agenda.

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Fire Man: Bandcamp