Quando il front man di una band abbandona, qualunque sia il motivo, il più delle volte il progetto implode o se continua finisce con lo spegnersi lentamente.
Quindi quando Isaac Wood ha deciso di mollare ovviamente c’era una certa preoccupazione per il futuro dei BCNR, per l’inevitabile contraccolpo che la sua dipartita artistica poteva provocare, era abbastanza facile prevedere che i giovani talentuosi ragazzi difficilmente sarebbero riusciti a tenere alto il livello.

Credit: Holly Whitaker

E invece che cosa fanno i superstiti? Decidono di uscire con un album di inediti registrati live.

Scelta difficile, la band decide con estremo coraggio di fare un doppio salto mortale e mezzo in avanti carpiato con due avvitamenti incurante del risultato, che poteva essere disastroso, e dell’impatto che poteva avere sia a livello di critica e soprattutto nei confronti degli ormai numerosissimi fan che li seguono.

Il risultato? Bene diciamolo subito, il risultato è un album live davvero sorprendente, chi come me non compra i live perché spesso aggiungono il nulla alla storia di una band questa volta deve ricredersi e mettere mano al portafoglio e mi spinge a due considerazione ineluttabili.

La prima è che i nuovi BCNR non perdono in qualità, i nuovi brani che presentano sono validi e interessati, non privi di smalto e creatività, la seconda è che la band con sfrontatezza, tutta ampiamente dimostrata dai risultati, si mostra live sicura e assolutamente centrata, da veri musicisti navigati.

Anche dal lato vocale si rivelano sorprendenti, si alternano vocalmente (dei tre Hyde si muove maggiormente sul piano Wood) ma tutti gli attori sono assolutamente perfetti, sembrano dare sempre qualcosa in più e mai nulla in meno rispetto al passato.

Aprono l’album con l’ottima “Up Song” che inizia con fiati e la voce di Tyler Hyde che entra seguita dal suo basso, un brano che cresce ed è un ottimo inizio seguito dell’altrettanto riuscita “The Boy” cantata questa volta da May Kershaw che, su un brano che starebbe bene nella discografia di Sinéad O’Connor, sfoggia una vocalità che a tratti ricorda Björk, esibizione fantastica per un brano riuscitissimo.

L’attenzione non cala per tutto l’album, e i brani interessanti sono molti come “Across the Pond Friend” che vede questa volta alla voce Lewis Evans che come detto ricorda Isaac Wood sia vocalmente che con riferimenti nel testo quando parla di un nuovo incontro con un amico, “The Wrong Trousers” con un andamento da crooner di Lewis, inserimenti tra fiati e l’ottimo finale a due voci, “The Wrong Trousers” uno dei momenti più alti interpretata da May Kershaw che colpisce al cuore quando canta <<… I’m only a pig, I’m only a pig, I’m only a pig.. >> , a mio avviso dimostra una marcia in piu’ degli altri anche sul lato interpretativo per quanto anche gli altri siano vocalmente ottimi.

L’album chiude con “Dancers” che elegantemente anticipa “Up Song (Reprise)” e che vede il brano d’apertura trasformato, quasi fosse nuovo, in qualcosa di diverso e intimo lasciandoci ampiamente soddisfatti.

I BCNR piazzano un altro incredibile album, dimostrano di essere una grande band che si innalza su tutte le altre in circolazione, come fossero i Talking Heads non sbagliano un colpo e tirano fuori dal loro cilindro un album spettacolare dimostrando che non sono di passaggio, una grande band come attualmente ce ne sono poche.

Difficilmente trovo qualcuno ormai che mi impressioni, i BCNR ci riescono e al  loro livello oggi ce ne sono pochi in giro, giù il cappello per i nuovi re.