Terzo album per Willie J Healey che a luglio ha aperto le date degli Arctic Monkeys a Milano e Roma dopo aver suscitato la curiosità di Florence Welch e di Joe Talbot degli IDLES nel 2020 con il secondo disco “Twin Heavy”. “Bunny” è stato concepito e realizzato come  omaggio agli anni settanta del soul bianco, del funk e dell’R&B.  Scelta curiosa per un inglese dall’indole ironica nato a metà anni novanta come Healey, ma non certo inedita.

Credit: Press

Quaranta minuti influenzati da Sly And The Family Stone e dal disco postumo di David Bowie “The Gouster” (registrato nel 1974 ma pubblicato solo nel 2016) prodotti da Loren Humphrey dei Florence + The Machine con Willie perfettamente calato nella parte, accompagnato da un gruppo appositamente creato da Humphrey di cui fa parte anche il bassista Harry Deacon.

Il risultato è un mondo ricco di sfumature che ricorda gli Unknown Mortal Orchestra, gli ultimi Tame Impala, Nick Hakim. Operazione riuscita a giudicare dal ritmo e dal sound tirato a lucido, dagli arrangiamenti di “Dreams” e “Tiger Woods” che rappresentano insieme a “Sure Feels Good”, “Chrome”  e  “Late Night Driving” la quota puramente psichedelica del disco tra chitarre, tastiere, drum machine,  fiati, melodie e falsetto.

“Woke Up Smiling”, “Thank You” con il collega / amico Jamie T e “Bumble Bee”  tra psych pop, soul e funk, “Morning Teeth” svela invece un tono più confidenziale ai confini del folk in cui Healey riscopre il suo animo più intimo e cantautoriale ben evidente anche nelle armonie di “Black Camaro” e “Blue Bird” arricchita dai fiati nella seconda metà e nel finale.

Non sembra un’operazione nostalgia “Bunny” ma un album suonato da un musicista che in quegli anni settanta avrebbe voluto veramente vivere. Disco ben fatto senza risultare troppo didascalico (anche Beck e OutKast sono tra gli ascolti del nostro e si sente in alcuni passaggi di “Little Sister” e della già citata “Chrome”)  dovrebbe funzionare piuttosto bene dal vivo il prossimo novembre quando Willie J Healey si unirà al tour inglese di Florence + The Machine