Il successo di “Kissing To Be Clever” era stato devastante. A cavallo tra la fine del 1982 e l’inizio del 1983, infatti, i Culture Club erano diventati una delle band più apprezzate dal pubblico, iscrittisi quasi di diritto allo stesso “campionato” disputato da Duran Duran e Spandau Ballet. Il viso iconico (ed androgino) di Boy George (all’anagrafe, George Alan O’Dowd) era finito praticamente ovunque, mentre l’eco di “Do You Really Want To Hurt Me”, il brano che li aveva fatti conoscere al mondo, continuava a propagarsi imperterrito fra le pieghe di un decennio pieno zeppo di coriandoli pop. Tant’è, che la loro ospitata a “Superflash”, programma cult di Canale 5 condotto da Mike Bongiorno, rappresenta, ancora oggi, uno dei video più visualizzati di Youtube.

I Culture Club, però, non erano solo Boy George. Mikey Craig, Roy Hay e Jon Moss, gli altri componenti del gruppo, erano dotati anche loro di personalità ben definite, oltre che di look eccentrici ed un po’ fuori dagli schemi, e rappresentavano il contraltare più moderato di una band che voleva continuare a stupire il panorama musicale dell’epoca. Boy George e Moss, tra l’altro, erano pure impegnati in una love-story parecchio tormentata ed ancora lontana dalle luci abbaglianti (e feroci) dei riflettori. Ritornando alla sfera prettamente musicale, “Colour By Numbers”, il secondo album dei Culture Club, è un lavoro decisamente più maturo rispetto al suo (comunque nobile) predecessore.

L’intento (mai nascosto) dei quattro ragazzi inglesi era quello di creare un disco che potesse contenere ben più di un singolo ‘forte’ e che suonasse in maniera maggiormente fluida e variegata. Del resto, i ruoli all’interno della band erano sempre stati ben definiti: George e Moss, si occupavano della parte più acustica dei brani (e dei testi, nel caso di George), mentre Craig ed Hay, si concentravano soprattutto sulla strumentazione elettronica. La supervisione finale, naturalmente, spettava al producer Steve Levine (che qualche anno prima aveva collaborato con i Clash). Il country-pop di “Karma Chameleon” è stato il primo passo dei Culture Club verso quell’”americanizzazione” dei suoni (e dei testi), così palese in quasi tutta la tracklist del loro disco numero due. Si tratta della canzone più famosa di “Colour By Number”, nonché di uno dei brani più amati dai fan della band britannica.

Lo stesso discorso, più o meno, vale anche per “It’s A Miracle” e “Mister Man”. I due pezzi in questione, infatti, sono stati scritti da Boy George durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti, sul finire del 1982. E se “Black Money” è una ballatona languida e strappalacrime, e se “Changing Everyday” rappresenta una sorta di esperimento pop-jazz sul filone di Sade e Matt Bianco, un discorso a parte lo merita la bellezza delicata e, allo stesso tempo, travolgente, di “Victims”. Stiamo parlando, infatti, di uno dei brani più belli di “Colour By Numbers”, nonchè di uno dei testi più significativi dell’intera carriera di Boy George. Ascoltare per credere.

Tirando le somme, dunque, “Colour By Numbers” è la testimonianza sofisticata di quanto i Culture Club fossero una delle band più interessanti del panorama pop degli Anni Ottanta, nonostante i retaggi inevitabilmente datati di qualche suono sparso qua e là per il disco. Quello del 1983 era un Boy George in stato di grazia, pienamente conscio delle sue (indiscutibili) qualità artistiche e compositive, e non ancora in conflitto perenne con i propri demoni interiori. Le ombre arrivate successivamente, purtroppo, hanno un pò offuscato la bellezza fluorescente dei primi album dei Culture Club, ma non ne hanno affatto minato il valore complessivo. “Colour By Numbers”, dopo quarant’anni, è ancora qui a dirci che i sogni di gloria dei quattro ragazzi inglesi raffigurati sulla cover dell’album, non erano poi così campati in aria.

Pubblicazione: 10 Ottobre 1983
Durata: 38:14
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: new wave, blue-eyed soul, pop
Etichetta: Virgin (Inghilterra), Epic (Stati Uniti)
Produttore: Steve Levine

Tracklist:

  1. Karma Chameleon
  2. It’s A Miracle
  3. Black Money
  4. Changing Every Day
  5. That’s The Way (I’m Only Trying To Help You)
  6. Church Of The Poison Mind
  7. Miss Me Blind
  8. Mister Man
  9. Stormkeeper
  10. Victims