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“Spirit Power” condensa un decennio di Johnny Marr da solista, quindi è anche un po’ tempo di bilanci – fermo restando che gli album in proprio, quelli riassunti in questa raccolta, sono solo una parte del suo variegato percorso artistico successivo agli Smiths.

Tenendo presente l’edizione standard, va detto che la scelta compilativa appare un po’ discutibile.

Su sedici brani, due sono inediti (“Somewhere”, gradevolissima, che rimanda ai tempi di “Playland”, e “The Answer”), altri due singoli standalone (“Armatopia” e “I Feel You”, cover dei Depeche Mode).

Il risultato è che i quattro album vengono raccontati da dodici tracce – peraltro non equamente suddivise.

Da “The Messenger” sono tratte solamente “New Town Velocity” e la title track.

È un peccato dato che quell’esordio, datato 2013, sembra ancora l’opera maggiormente destinata a resistere alla prova del tempo: mescola una vocazione grigia e post-industriale, profondamente connessa alle radici di un certo suono mancuniano diventato un classico, con uno sguardo ben rivolto al resto dell’Europa.

Quattro, di contro, gli estratti dal più recente “Fever Dreams” (“Tenement Time”, “Night And Day”, “Sensory Street” e “Spirit, Power And Soul”).

È una scelta che conferma sia la scarsa predilezione di Johnny Marr per la celebrazione passato, in favore del presente e del futuro, sia tutta la convinzione riposta in un album per certi versi visionario, ma anche straripante e – da ultimo – un po’ sfilacciato.

Va detto, comunque, che lo sguardo è caduta sugli episodi più convincenti e riusciti, quelli in cui la sua rinnovata propensione trascendentale meglio si coniuga con la pop music.

A posteriori, “Playland” è l’album più british e politicizzato di Marr, ed è anche (ancora) un ascolto assai avvincente. “Easy Money” è facilmente tra i cinque brani migliori usciti dalla sua penna negli ultimi dieci e più anni e, a buon titolo, trova posto dentro “Spirit Power” assieme a” Candidate” e “Dynamo” (quasi non da meno).

“Call The Comet”, con buona approssimazione, è l’anello di congiunzione tra ciò che iniziò con “The Messenger” e l’approdo di” “Fever Dreams”. È rappresentato da “Hi Hello”, “Spiral Cities” e “Walk Into The Sea”, ma l’esclusione di “The Tracers” sembra un po’ crudele. Sta di fatto che è il momento della storia in cui Johnny Marr ha iniziato a proiettarsi decisamente nel futuro, abbracciando certe soluzioni cinematiche e filosofiche. Un album non immediato ma – riascoltato con l’occasione – comunque delizioso.

Insomma c’è qualche motivo per rimanere delusi da questo “Spirit Power”, soprattutto per chi vi si dovesse approcciare conoscendo tutto il resto. Per gli altri, e alla fine il punto è questo, è un incipit – ma l’immediato avviso è che c’è molto, molto altro da scoprire.

(L’articolo nella sua forma orignale è contenuto sul sito Non Siamo Di Qui, che ringraziamo per la gentile concessione)

Spirit Power: The Best of Johnny Marr
Data di uscita: 3 novembre 2023
Etichetta: BMG

Tracklist:

Armatopia
New Town Velocity
Easy Money
Spirit Power & Soul
Hi Hello
Somewhere
The Messenger
I Feel You
The Answer
Dynamo
Spiral Cities
Night and Day
Sensory Street
Walk Into The Sea
Candidate
Tenement Time