Il mondo di Lorenzo Lemme in arte Lepre è quello di un artista in continuo e incessante movimento tra tour, trasferte, traslochi, una carriera da musicista, percussionista e arrangiatore ne Le Sigarette e nel gruppo di Lucio Leoni, un esordio solista – “Malato” del 2022 – che metteva in luce altri lati del suo vivere quotidiano, situazioni che emergono con maggior forza nel secondo album “Eremo”.

Credit: Agnese Zingaretti

Un posto tranquillo, al riparo dal rumore esterno, ma non privo di frenesia quello ideato nei tredici brani prodotti e realizzati con l’aiuto di Giorgio Maria Condemi (chitarrista di Motta, Spiritual Front, Giovanni Truppi, Marina Rei) e Gianni Istroni. Anticipato dai due singoli “Vieni a prendermi” e “Acufene”, che ben rappresentano quel misto di malinconia e ironia tipico della scrittura di Lepre, il disco corre via veloce e tra istantanee, ricordi e immagini viste dal finestrino.

 Suoni, rumori, spoken word, brani grintosi in stile “Secondo me” o “Muro”, riflessivi come “Calcinacci”, le immancabili chitarre suonate da Michele Mariola e Condemi, vanno a formare armonie imprevedibili e distorte, oblique e tirate come in “Capannone” versione full band dove Lemme si scatena al suo strumento d’elezione, la batteria.

“Splendi” è il brano più sorprendente col suo arrangiamento prima rabbioso poi melodico e gli archi di Francesco Chimenti usati in modo non convenzionale, segno evidente che la voglia di sperimentare non manca. Minimalismo, lo – fi, immediatezza dunque, ma anche il sound acustico, intimo, confidenziale di “Candela” e “Limite” che rivelano la crescita di Lepre in un disco dai molti volti.