Un vero e proprio ritorno alle radici quello di Sivert Høyem, voce dei Madrugada che nel suo nuovo album solista fa un viaggio fisico e dell’anima nel nord della natia Norvegia, fino alle isole Vesterålen dove è nato (a Sortland per la precisione). Il clima, l’atmosfera di quei luoghi hanno inevitabilmente influenzato la genesi di “On An Island”.

Credit: Andreas Hornoff

Brani equamente divisi tra ballate dall’indole orchestrale che puntano dritte al cuore come “Aim For The Heart” che ricorda negli arrangiamenti “Chimes At Midnight” l’ultimo disco dei Madrugada e “The Rust” ben più complesso con le sue storie di cadute e rinascite mancate. Due singoli intriganti che rappresentano i poli opposti di un album emotivo e malinconico.

C’è molto dei gusti musicali di Høyem in questi nove brani, la passione per il folk e il rock, Jackson Browne in particolare, baritono e falsetto che si alternano fin dalla title track in apertura. Tchad Blake come detto ha curato il mix ed è riuscito a creare un forte dialogo tra i brani, la giusta tensione musicale che rende più ambigua la dolcezza di “Two Green Feathers” con un arrangiamento dai toni western.

L’apporto di Christer Knutsen e Cato SalsaBørge Fjordheim, Bjarne Stensli e Øystein Frantzvåg, il fidato gruppo di musicisti che accompagna Høyem, è particolarmente evidente in ballate fortemente melodiche come “When Your True Love Is Gone” o la sinuosa “In the Beginning”, nel crescendo rock e deciso di “Now You See Me / Now You Don’t”.  

Un sound caldo e avvolgente, tenebroso e a tratti romantico come nella conclusiva “Not Enough Light”, che scioglie il ghiaccio dell’inverno ma non nasconde un lato oscuro – ascoltare con attenzione “Keepsake” per credere – caratteristiche tipiche del Sivert Høyem solista e non solo. Il pregio di questo chansonnier dell’Artico è il non aver mai inciso due album uguali tra loro. “On An Island” è un’altra sfumatura che rende più completo un quadro confortante e prezioso.