Credit: Luke Hallett

Sicuramente, a livello discografico, i BDRMM sono uno dei casi della scorsa annata, tant’è che il loro secondo disco, “I Don’t Know” è finito spesso e volentieri nella fantomatiche classifiche riepilogative di fine anno, un lavoro ricco e maturo, meritandosi tutte le attenzioni del caso.

Confermando le premesse del già ottimo album d’esordio, e confermarsi allo stesso livello, appunto, non è mai così facile. Quindi arrivano in Italia, dopo una manciata di concerti suonati la scorsa estate e il parziale rinvio del tour europeo, inizialmente programmato in autunno, per motivi logistici / economici con tanto di post social per spiegare al meglio la situazione.

Comunque bene che passino da Milano e da Bologna, con la voglia e un entusiasmo ritrovato, per regalare un live importante, e suggellare tutte le buone intenzioni del repertorio finora a disposizione.

Siamo all’Arci Bellezza, rigorosamente nella sala principale, lunedì sera invernale, ma la venue è piena di gente, perché, sebbene non siano ancora a livelli di certe chiacchierate band della nuova scena post punk, loro, che sono comunque più intellettuali come scelte sonore, cominciano ad avere un pubblico fedele ed attento, del resto la qualità non manca, entrambi i concerti, quindi, andati esauriti in prevendita.

Dicevo, sala principale di uno dei club più importanti in questo momento a Milano, grazie ad una programmazione attenta e capillare, serata aperta dal collettivo milanese Jawguari, un nuovo progetto. Fanno una mezz’oretta di full set di 40 minuti, una sorta di indie punk cantato in italiano, diretto e senza fronzoli.

Tempo di un cambio palco, e Bdrmm in cattedra per un set di un’ora e dieci, 22,20 – 23,30. Scaletta che si sviluppa ovviamente sui due capitoli pubblicati finora sulla lunga distanza, anche se non manca la bellissima “Mud” eseguita a metà strada, licenziata in solitaria lo scorso ottobre, ma anche l’ultimissimo singolo “Standard Tuning”, pubblicato la settimana scorsa e subito inserito nel repertorio, a certificare al meglio quanto il collettivo inglese sia un vulcano artistico in eruzione e in continuo work in progress.

Diciamo che nella dimensione live, anche i brani più raffinati dell’ultimo lavoro in studio, o gli stessi, appena citati, due singoli più recenti, acquisiscono quel l’irruenza punk da riot giovanile, che di per se può essere un bene, il rovescio della medaglia è che a volte distorce un po’ la realtà come per esempio nel loro, a mio avviso, brano migliore, la rasoiata wave della bellissima “Push / Pull”, che risulta un po’ confuso. Sono comunque dettagli sia chiaro. Il concerto è bello e merita applausi.

Loro, poi, danno tutto, senza davvero risparmiarsi, arrivando stremati all’ultimo brano “Port” title track dell’ep del 2022, congedandosi, tra gli applausi, con una sorta di bis senza lasciare il palco.