Sabrina Napoleone, giunta al terzo album da solista con “Cristalli Sognanti” è da tempo qualcosa in più di una “semplice” cantautrice.
Nelle sue opere – e l’ultima non fa certo eccezione – riesce a fondere più anime dal punto di vista musicale, non perdendo mai di vista il contenuto anche narrativo, l’importanza della parola, del messaggio.

Credit: Marina Mazzoli

Le sue non sono mai canzoni banali, l’impegno e la passione con cui cura ogni aspetto sono gli stessi che da sempre la contraddistinguono anche in qualità di presidente dell’Associazione Culturale Lilith e nell’organizzazione del relativo Festival.

In questo disco sono tanti e differenti i temi portati all’attenzione di chi ascolta, e molte le persone coinvolte a realizzarlo in nome dell’amicizia e di una sincera stima che la lega ad esempio alla collega Cristina Nico, con cui duetta nell’intensa e significativa “Stupidi disperati” (che rievoca i momenti bui segnati dal Covid), e al musicista Osvaldo Loi che dona la sua viola nella suggestiva ouverture affidata a “Gardur”.
Ma andrebbero citati un po’ tutti, a partire da Giulio Gaietto e Salvatore Papotto che si sono occupati anche del lavoro dietro le quinte di produzione e sull’elaborazione di suoni (col primo che l’ha coadiuvata negli arrangiamenti e il secondo che si è occupato ad esempio delle programmazioni di un brano come “La visione dell’occhio di Dio”), fino ad arrivare alla valente violinista Alice Nappi e Hilija Russo che collabora nell’ emozionante “Palazzo” recitando dei toccanti versi.

Quella della Napoleone è in definitiva musica contaminata, che parte da un convincente retaggio rock per innestare dosi di elettronica a colorare l’atmosfera, e che non lesina di inserire anche una strumentazione più classica e acustica (vedi l’utilizzo degli archi) a conferire ulteriore profondità.
I testi sono autentici, personali, diretti, senza perdere quel tocco evocativo che induce a voler riascoltare per coglierne appieno i significati (due esempi su tutti: “Critone”, tratta dall’opera di Platone, e “Malattia invettiva”, dai risvolti cupi e apocalittici).

In conclusione non posso non soffermarmi poi sulla vocalità della Nostra, sulla sua capacità interpretativa: Sabrina sa arrivare all’ascoltatore e trasmettergli tutta la sua forza. Consiglio caldamente quindi di recuperare un album come “Cristalli Sognanti” che, fuori da ogni moda e trend del momento, punta decisamente alla sostanza.