Non più uniti come un tempo, ma ancora più violenti e bramosi di potere e denaro, Los Miami continuano a mettere a ferro e a fuoco Madrid nella seconda stagione della fortunata serie spagnola. Questa volta siamo nella seconda metà degli anni ’90, stagione in cui la banda guidata da Jose Antonio cerca di prendere il controllo dello spaccio di cocaina dell’intera Europa grazie a un “presitigioso” contatto messicano, nel mentre che la faida con Fausti mina il suo potere alle fondamenta.

Come dissi ai tempi della prima stagione, è chiaro il debito verso la nostra “Romanzo Criminale”, del resto l’internazionalità del modello Sollima è indubitabile. Dalla serie sulla banda della Magliana “El Inmortal” trafuga l’attenzione al momento storico, il giusto mix tra storia e fictionalizzazione, la cura per i costumi e la funzione della colonna sonora. Non senza andare a creare, però, una cifra stilistica propria, si pensi alle immagini che continuano a scorrere durante i sempre divertenti titoli di coda.

Rispetto alla prima stagione, qui troviamo accresciuto il pessimismo di fondo e una visione delle autorità fortemente critica e scarica di fiducia. L’unico poliziotto che davvero cerca di fermare la banda è egli stesso dipendente da cocaina e viene ripetutamente sabotato dalle alte cariche colluse – qui viene in mente, peraltro, la figura tormentata di Scialoja.

Al netto di qualche forzatura a livello intepretativo e qualche impasse narrativa risolta un po’ frettolosamente, stagione migliore della prima e assolutamente promossa. Il finale di stagione, che prelude a una terza (e probabilmente conclusiva), è dei più scuri e presagisce un epilogo ancora più plumbeo di quanto visto finora.