Tre città, tre nomi, due cose fanno da sfondo al secondo album di Moretti che dopo l’esordio “Moretti Ha Fatto Anche Cose Buone” pubblica questi nove nuovi brani prodotti da Giovanni Doneda e Pietro Gregori (Il Mago Del Gelato) sempre su Bradipo Dischi.

L’irriverenza del primo album diventa ironia venata di tenera malinconia, l’attualità viene vista come una tragicommedia tra amori finiti e famiglie irriconoscibili. Non c’è tristezza né rassegnazione fra le note pungenti di “Bologna” ma un’anima cantautorale che emerge vivida in “Cesare”, in una “Milano” d’antan ancora piena di nebbia, da riconquistare o da cui fuggire.
“nomi cose città” ma anche persone come “Eleonora” cantata con piano, archi e un flauto dolce come i ricordi dei sedici anni. Molti gli strumenti che fanno da sfondo alla piccola odissea umana di Moretti: chitarre acustiche ed elettriche, sassofono, organo Farfisa e Fender Rhodes, Gem Rodeo 61, toy piano e balalaika rendono più ricco un disco che vive di buona nostalgia, quella evocata in “Le Margherite”.
Sorprende in positivo questo Moretti più maturo e riflessivo con echi di De André, Fossati, Vecchioni e qualcosa di Dario Brunori in “Vitafatica”, intenso in “Maria”, scanzonato in “Santander”, lieve e pensoso in “Matinata”. Cantore di “segmenti di vita spicciola” fedelmente riportati in testi poetici scritti con quella curiosità che è sempre più rara e da preservare.