LINE UP – 26/06/2010:
PYRAMID STAGE: MUSE, SCISSOR SISTERS, SHAKIRA, THE DEAD WEATHER, SEASICK STEVE, JACKSON BROWNE, THE LIGHTNING SEEDS, TINCHY STRYDER
OTHER STAGE: PET SHOP BOYS, EDITORS, THE CRIBS, THE NATIONAL, KATE NASH, IMOGEN HEAP, COHEED AND CAMBRIA, REEF, TWO DOOR CINEMA CLUB
JOHN PEEL STAGE: JAMIE T, THE XX, FOALS, MARINA & THE DIAMONDS, DELPHIC, WILD BEASTS, FIELD MUSIC, CYMBALS EAT GUITARS, SOPHIE HUNGER, LET’S BUY HAPPINESS
WEST HOLTS (FORMERLY JAZZ WORLD STAGE): GEORGE CLINTON WITH PARLIAMENT / FUNKADELIC, JERRY DAMMERS SPATIAL AKA ORCHESTRA, OS MUTANTES, DEVENDRA BANHART, BASSEKOU KOUYATE & NGONI BA, THE PHENOMENAL HANDCLAP BAND, BROTHER ALI, TROY ELLIS & THE LONGSHOTS
ACOUSTIC STAGE: CHRISTY MOORE WITH DECLAN SINNOTT, NICK LOWE, IMELDA MAY, AL STEWART, MICHAEL EAVIS IN CONVERSATION, GANDALF MURPHY & THE SLAMBOVIAN CIRCUS, THE LEISURE SOCIETY, ELLEN & THE ESCAPADES, JON ALLEN & BAND
THE PARK STAGE: MIDLAKE, LAURA MARLING, CANDI STATON, SPECIAL GUESTS, STORNOWAY, BEACH HOUSE, STRANGE BOYS, FRANKIE & THE HEART STRINGS, THE BALLAD OF BRITAIN, HERE WE GO MAGIC, I BLAME COCO
EAST DANCE: LIVE N-DUBZ, LIVE CHIPMUNK, LIVE KELIS, DJ MISTAJAM, LIVE ROLL DEEP, LIVE TINIE TEMPAH, LIVE GIGGS, LIVE CHIDDYBANG, LIVE MCCLEAN, LIVE BASHY, LIVE DONAEO, LIVE SKEPTA, LIVE SCORCHER, DJ RAS KWAME, LIVE INKO DANCER
WEST DANCE: DUBFIRE, DJ NICK WARREN, LIVE MIX HELL, DJ SANDER KLEINENBERG, LIVE BANCO DE GAIA, DJ RIVA STARR, LIVE NEVILLE STAPLE, LIVE DUB PISTOLS, DJ PARKER, LIVE FOREIGN BEGGARS
WOW!: CRAIG CHARLES PRESENTS THE FANTASY FUNK BAND, CRAZE, HIGH CONTRAST, REDLIGHT & MC DREAD , L-VIS 1990, BREAKAGE, LIVE CENTRAL SPILLZ , LIVE HOT D’JOUR, EMALKAY, JAKWOB, SHORTSTUFF, THE HEATWAVE, DUB BOY FT REDSKIN
CUBEHENGE: KISSY SELL OUT , A SKILLZ, BIMBO JONES , PATHAAN, PAUL LYMAN, BAOBINGA, ADAM REGAN
PUSSY PARLURE: LIVE SWAPARAMA, JALAPENO SOUND SYSTEM, ROCK IDOL (LIVE KARAOKE), LIVE SMOOVE & TURRELL, DR RUBBERFUNK, LIVE TAYLOR MCFERRIN, WESTERN SOUL, LIVE REVEREND SOUND SYSTEM, DJ BURNS, RANDY & EARLS OLD RECORD CLUB
MAGIC BUBBLE: STROKE ’69, REVEREND SOUNDSYSTEM, SAM TAYLOR & THE TIGHT TROUSERS, THE SCRIBES, MAGIC BUBBLE RESIDENTS
SILENT DISCO (DANCE VILLAGE): SILENT DISCO DJ’S, THESMOKEEATERS, EXCEEDA, NOVAK 3D DISCO
GLADE STAGE: SUB FOCUS LIVE, FREQ NASTY, DREADZONE, DON LETTS, THE ORB, AFRICAN HEADCHARGE, THE MOODY BOYS, ON U SOUND/SHERWOOD, NERO, SUNS OF ARQA, STATEMENT CODE, CITY CALLS
GLADE LOUNGE: DAVE SEAMAN, PRETTY LIGHTS, CHARLIE MAY LIVE, JODY WOW, ZODIAC CARTEL, COSMONAUTS, 808 STATE DJS, CASANUEVA
AVALON STAGE: THE LIGHTNING SEEDS, ALABAMA 3 ACOUSTIC, CHARLIE WINSTON, STEVE HARLEY & COCKNEY REBEL, THE UNTHANKS, THE AVETT BROTHERS, THE WURZELS, NICK HARPER, TOM WILLIAMS & THE BOAT
CROISSANT NEUF: THE BEAT, MRB. THE GENTLEMAN RHYMER, OUTDOOR & BANDSTAND ENTERTAINMENT, HOT FEAT, THE KEVIN BROWN TRIO, THE VAGABAND, DIZRAELI & THE SMALL GODS
THE QUEEN’S HEAD: SEAN ROWLEY, EARL BRUTUS, CHERRY GHOST, PHENOMENAL HANDCLAP BAND, BAND OF SKULLS, HOLY FUCK, BLOOD RED SHOES, HERE WE GO MAGIC, CATE LE BON, LISSIE, SHOUTING AT PLANES
LEFTFIELD: BILLY BRAGG, FRANK TURNER, THEA GILMORE, COMEDY HOUR, BILL’S BIG ROUND-UP, DEBATE – THIS IS A BANKER’S CRISIS, DEBATE – BEATING THE BNP
STONEBRIDGE BAR: THE HEATWAVE, SILVER COLUMNS (LIVE), FOUR TET DJ SET, RIDDIM AND SOUL, 5 A-SIDES, HIP HOP KARAOKE, THE ENDEACOTT FAMILY
THE RABBIT HOLE: THE EGG, DJ DOORLY, DREADZONE, DJ FAR TOO LOUD, SPACE RITUAL, QUINTESSENCE, DJ MAD MICK, SPECIAL GUESTS, HAZEL SAINSBURY, DAN MANGAN, GABBY YOUNG AND OTHER ANIMALS, PETE LAWRIE, SKINNY LISTER, JAMIE BURKE
BOURBON STREET: OLI BROWN, WAGON TRAIN, MARCUS BONFANTI, THE DIZZY CLUB, P-A-U-L, TOP SHELF JAZZ, BRIGITTE DEMEYER, CARMEN GHIA & THE HOTRODS , BEX MARSHALL BAND
POETRY & WORDS: JOHN HEGLEY, PAULA VARJACK, ANDREATTAH CHUMA, ATTILA THE STOCKBROKER, HOLLIE MCNISH, LUKE WRIGHT, KATE TEMPEST, MURRAY LACHLAN YOUNG, SABRINA MAHFOUZ, BOHDAN PIASECKI, OPEN MIC. (HOSTED BY JULIAN RAMSEY-WADE), VENTRILOQUIST, JONNY FLUFFYPUNK
THE HUB: MUCHO, DJEDJOTRONIC, TEENAGE BAD GIRL , MUCHO, THE HUB WALL SPECTACULAR, SEXY SUSHI, GRINGO DA PARADA, BIRDY NAM NAM, TEPR, DEBRUIT, MADERA VERDE, FRAN AND JOSH FEATURING MC TALI, DEAF RAVE, BUG PRENTICE, DJ VOID, DRUGSTORE, DJ VOID, LA REBLA FAM, DJ VOID
CLUB DADA: DJ SWITCH, SUPRISE GUEST, MOVITS, KORMAC AND BAND, THE CORRESPONDENTS, TWILIGHT PLAYERS, SUPRISE ACT, NEVILLE STAPLES, SWING ZAZOU, THE STOW, LA REBLA FAM, RACHEL FURNER
BBC INTRODUCING: ROLL DEEP PLUS GUESTS, PULLED APRT BY HORSES, MAY 68, CELT ISLAM, NEW ISLANDS, LANTERNS ON THE LAKE, LADY LESHURR, SPECIAL GUESTS, DOG IS DEAD, FELLOW STRANGER, TWO IN A BOAT, LOUIS ELLIOT & THE EMBERS
THE BIMBLE INN: PAPA DEZ (DJ), BRASS ROOTS, MEME NARCISS & LILY LA ROUGE, DJANGO DJANGO, MIKE BIRD (BIRDS, ORPHANS & FOOLS), HOBO JONES, OPEN MIC, 10 TON TONGUE, MARTIN HARLEY,UNDERCOVER HIPPY, MAYHEW, DADDY HO!, BETTIE BOLAN

Sempre con la guida al collo, pronti a segnare tutti i gruppi che ci si trova davanti anche solo per una canzone (esattamente come mettere i fagiolini sulle cartelle della tombola) e sempre sotto il sole che abbronza (cit.), la seconda giornata piena del festival inizia al John Peel Stage con i Cymbals Eat Guitars. Gruppo americano con dei buoni musicisti (soprattutto il batterista) che si impegnano tantissimo, ma con canzoni che si collocano a grande distanza dalla definizione memorabile. Una performance innocua che, tutto sommato, si lascia ascoltare. Rapido cambio di palco e arrivano i Field Music, che propongono (con parecchie difficoltà  tecniche dovute a un soundcheck probabilmente eseguito a caso) pezzi dei loro tre dischi. Questa volta suonano in quattro. Oltre ai fratelli Brewis, che si destreggiano come al solito tra batteria, chitarre e tastiere, ci sono anche un bassista e un chitarrista. Suonano bene come sempre, esecuzioni impeccabili (highlight del set sono “If Only The Moon Were Up”, “A House Is Not A Home” e “Them That Do Nothing”), ma le lunghe pause dovute ai suddetti problemi tecnici (che infastidiscono anche i membri della band), rendono il concerto un po’ meno frizzante di quanto mi aspettassi. Ma il problema non è questo, considerando che il concerto si è comunque mantenuto su alti livelli. Il problema è che finiscono quindici minuti dopo il previsto.

Quindici minuti a Glasto fanno la differenza, soprattutto se sono i quindici minuti in cui dovresti mangiare. Ci vogliono circa quarantacinque minuti per arrivare all’Avalon Stage (passando per l’Other Stage dove si sta esibendo Imogen Heap), palco ubicato esattamente dalla parte opposta di Worthy Farm, tanto da arrivare precisi precisi per l’inizio del set degli Avett Brothers. Uno dei concerti più attesi della giornata, sebbene io conosca solo l’ultimo disco della band americana. Non deludono le aspettative. Batteria, chitarra, banjo, tastiere, contrabbasso e violoncello. C’è tutto. C’è anche un entusiasmo reciproco tra il pubblico e la band (che non si aspettava una reazione del genere), entusiasmo dimostrato ampiamente dal violoncellista, che suona saltando come un pazzo. è una meraviglia vederli, è una meraviglia ascoltare le loro canzoni folk così semplicemente adorabili (“And It Spread” è l’asso pigliatutto) ed è un peccato doversi spostare dopo solo mezz’ora, ma c’è qualcuno di importantissimo che mi sta chiamando dall’Other Stage e non posso mancare. Proprio no. E guarda un po’, nella veloce tappa cibo e mentre si cammina, si riescono anche ad ascoltare quattro pezzi del buon Devendra Banhart. Dove altro può capitare una cosa così? Il ritorno all’Other Stage è più agevole di quanto pensassi e riesco addirittura a sentire le ultime tre canzoni di Kate Nash, l’unica vera performance inascoltabile del festival. E l’ho sentita solo per dieci minuti. Dieci bruttissimi minuti che escono dalle mie orecchie nell’esatto momento in cui i National salgono sul palco.

Eccolo, il concerto per cui avrei ucciso se non fossi riuscita a essere puntuale sotto al palco, il mio concerto preferito del weekend. Lo so anche prima che inizi che sarà  il mio preferito. Bastano le prime note di “Mistaken For Strangers” e sono brividi, che diventano sempre più violenti canzone dopo canzone. La bellezza di “Bloodbuzz Ohio” e quella “Slow Show” assolutamente perfetta. Matt che si lancia tra il pubblico su “Squalor Victoria” fino ad arrivare a poche file da me e sentirlo urlare senza bisogno di amplificazione. Sono anche meglio di quanto mi ricordassi, con il supporto dei fiati che ci sta da dio e la tripletta finale “Fake Empire”-“Mr November”-“Terrible Love”, che ti fa venire voglia di sdraiarti per terra e lasciare che le lacrime che stanno riempiendo i tuoi occhi facciano il loro corso. Ovviamente non c’è tempo e ancora commossa ti incammini verso il Park Stage per gli special guest di oggi. Questi sono facili, non c’è bisogno di indagare. I cartelloni all’ingresso presenti già  dal mercoledì e ragazze che distribuiscono bandierine con scritto Biffy Clyro rendono il secret gig non propriamente segreto. Anche oggi c’è così tanta gente che vedere è impossibile, ma la posizione è migliore e si sente tutto benissimo. Ed è incredibile. Visti a novembre di spalla ai Muse, non me li ricordavo così bravi. La band snobbata senza una particolare ragione, diventa in mezz’ora la band che voglio assolutamente rivedere e che voglio ascoltare meglio, con la dovuta attenzione. Sono una live band pazzesca.

Ci si sta avvicinando agli orari da headliner e il numero di gente che inizia a spostarsi verso i palchi principali è esagerato. Vado verso il Pyramid Stage mentre i Cribs sull’Other Stage stanno suonando “Men’s Needs” e mentre al Leftfield Frank Turner sta suonando ancora quel meraviglioso pezzo nuovo che dice and who’d have thought that after all something as simple as rock’n’roll would save us all. Sono ancora brividi e la tentazione di fermarsi lì è tanta, ma resisto. Ho un appuntamento con dei balletti sincronizzati, con delle note altissime, con un paio di chiappe al vento e soprattutto con Kylie Minogue. Nell’esatto momento in cui mi è arrivata la voce che gli Scissor Sisters sarebbero stati raggiunti sul palco da Kylie, tutti gli altri palchi hanno perso d’importanza. Il mio posto è al Pyramid Stage per uno degli show più divertenti non solo del weekend, ma di sempre. Impossibile smettere di ballare, impossibile non farsi contagiare da quell’atmosfera da festa. Perchè gli Scissor Sisters sono il gruppo di cui conosci due canzoni (“Laura” e “I Don’t Feel Like Dancin” ovviamente, suonate in modo divino) e di cui non ti interessa nemmeno conoscerne altre, ma sono assolutamente genialmitici (cit.). Il concetto di non divertirsi non è contemplato. Quando arriva Kylie Minogue per il duetto su “Any Which Way” ti interroghi, sempre rigorosamente ballando, su chi uccideresti per prima tra lei e Ana Matronic, perchè, seriamente, è ingiusto dividere tutta quella bellezza solo tra due persone. La risposta non riesci a trovarla e nel frattempo, tra un balletto e l’altro, tra personaggi che ti passano di fianco vestiti nei modi più impensabili, finisce anche il tempo a disposizione degli Scissor Sisters.

Qualcuno va dai Pet Shop Boys, qualcuno da Jamie T o sotto a uno degli altri quaranta palchi, non lo so, non mi importa. Io resto dove sono per i Muse. Gli stessi Muse che a novembre, a Bologna, avrei ucciso con le mie mani per la delusione di un concerto ben suonato, ma per niente coinvolgente. Resto dove sono e non me ne pento. Oltre alla tecnica c’è anche tanto cuore, c’è tanto coinvolgimento e ci sono solo cinque orribili canzoni nuove. E soprattutto dopo una di queste bruttissime canzoni c’è lei, quella “Citizen Erased” che non suonano quasi mai. Quella “Citizen Erased” che canti più forte che puoi e che ti dà  una carica con cui potresti fare di corsa il giro di tutta Worthy Farm. Questi sono i Muse che ti ricordavi, i Muse che spaccano il mondo. E intorno a te c’è -giustamente- il delirio, che aumenta sempre di più sulla sequenza “Hysteria”-“Time Is Running Out”-“Starlight”-“Stockholm Syndrome”. E quando pensi che niente potrà  stupirti più di “Citizen Erased”, i Muse tornano sul palco per il bis. Con The Edge. Sì, proprio lui. Alza il braccio, saluta. Inizia a suonare “Where The Streets Have No Name”. Hai saltato fino a cinque minuti prima e di colpo ti ritrovi pietrificata, con i brividi ovunque, le lacrime agli occhi e la bocca aperta. Sul tuo volto l’espressione di chi non ci può credere. Ti guardi intorno e vedi solo gente impazzita. Categoria di cui entri a far parte nel momento in cui inizi a saltare e a cantare. Anche se ancora non ci stai credendo. Ti erano arrivate le voci che ci sarebbero state ospitate di Kylie Minogue e di Lou Reed, ma la voce sulla possibile ospitata di The Edge non l’avevi sentita neanche da lontano. E invece lui, per una canzone, per sei minuti, è lì. E anche tu sei lì. I Muse chiudono un concerto stupefacente con il classico finale imponente: “Plug In Baby” e “Knights Of Cydonia”. Una seconda giornata straordinaria che finisce con la consapevolezza di aver vissuto uno dei momenti che entreranno a far parte della storia del festival di Glastonbury. Non smetterò mai di ripeterlo: questa è la cosa più bella del mondo.

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