Credit: Fabio Campetti

Progetto sublime capitanato da Margaux Suavè, elegante cantautrice, insieme al sodale Louis-Étienne Santais, dediti ad un dream pop eccellente, quanto delicato.

Arrivano, per la prima volta in Italia, per presentare sia il loro album d’esordio in assoluto “Heaven, Wait”, licenziato dopo tre EP e uscito nel 2022, ma anche il sophomore, del quale si conoscono, per ora, solo alcuni singoli, “Darkroom”, questo il titolo, in uscita il 17 Maggio.

Canadesi del Quebec, prendono in prestito tutti quei dogmi, che hanno fatto di questo genere sempre un felice ascolto, quando, ovviamente, è fatto bene e nel caso del duo di Akira Records, non ci sono dubbi.

Siamo ancora dalle parti di una notorietà underground, nonostante ci sia tanta qualità sul piatto, il progetto, come, del resto, spesso capita, non ha, ancora, raggiunto vetrine di pubblico importanti, almeno in Italia, pubblico che meriterebbe assolutamente; perché qui ci sono davvero belle canzoni, sempre più merce rara.

Detto questo una voce bellissima, che, nell’insieme ad una elettronica gentile, raggiunge il giusto compromesso. Non mancano le references, che personalmente trovo nei Daughter di Elena Tonra come sorta di percorso comune, non tanto per il sound decisamente più algido ed elettro, sempre al servizio e in punta di piedi, ma più per il messaggio sonoro e un tono vocale affine, che possono essere condivisi con la band londinese.

Il Magnolia li ospita stasera in uno dei suoi ultimi appuntamenti della stagione indoor, prima di una lunghissima programmazione estiva ricca di appuntamenti. Quindi bisseranno domani a Bologna al Locomotiv.

Apre lo show, intorno alle, 20,30, un’artista indonesiana, che non conoscevo, Sandrayati, che ha pubblicato, circa un anno fa, “Safe Ground” il suo esordio sulla lunga distanza, si rivelerà una sorpresa, un vero talento alle prese con canzoni leggere ed introspettive, quasi timide, intonate da una bellissima voce, suona una mezz’oretta abbondante e i presenti rispondo entusiasti.

Siamo nel tendone, sebbene non ci sia il pubblico delle grandi occasioni, e credo sia davvero un peccato.

Subito dopo i Ghostly Kisses, per un’ora e mezza circa di grande valore, gran parte del repertorio sul piatto, compresi già i brani dell’imminente nuovo disco.

Set tipico di chi mastica questo genere, quindi un imprinting elettronico a fare da fondamenta, Louis-Étienne Santaiso che si occupa di tutto il tessuto tra loop e pianoforte, un chitarrista in aggiunta e la voce stupenda di Margaux Sauvé che live va ancora oltre, un timbro unico e una padronanza e bravura al servizio e la stessa, che imbraccia un violino ad impreziosire.

Un susseguirsi di episodi, da saliscendi sonori tra suite sintetiche e momenti prettamente acustici, come per esempio, nei bis, la bellissima “Empty Note” invocata e richiesta dal pubblico, quindi le già evergreen, “Never let me go” o la stessa “Stay”, la mia preferita in assoluto “Blackbirds” e l’immancabile “The City Holds My Heart” dal terzo EP e poi moltissimo materiale da “Darkroom”, compresi anche brani totalmente inediti e sconosciuti per una premiere live e molti altri di recente pubblicazione come “On & Off”, “Crimson” o “Keep it real”, manca all’appello “Heaven, wait” title track del loro esordio sulla lunga distanza.

Serata per pochi fan, molto piacevole e di grande musica.