Credit: Nicholas Garlisi

Sono andato ad ascoltare, sentire e vedere Cosmo con un amico che conosceva solo un paio di canzoni. Le più mainstream (e non pop) di quelle che qualche radio ancora passa o di quelle inserite in qualche playlist digitale. Il mio amico mi ha confessato che ha comprato il biglietto per vivere l’esperienza Cosmo, perché è così che ha sentito dire ed è questa la sensazione che ha provato durante il live. Me l’ha confessato all’uscita di un Atlantico strapieno, ma non sold out, perché questa è stata la nuova data pubblicata dopo che che la prima, quella del 24 aprile, è andata sold-out in poche ore.

Sulla scia dei club berlinesi, all’entrata gli organizzatori mettevano bollini sulle fotocamere degli smartphone, come da richiesta dell’artista, perché è importante per Cosmo vivere tutti insieme il Live come una festa, un evento lisergico, un luogo per stare insieme dove ognuno può liberarsi, trasmettere e condividere energie, senza il filtro di uno schermo e senza distrazioni. Ho sentito una ragazza che diceva ad una sua amica che “è giusto rispettare le volontà dell’artista, non mi sento privata della mia libertà di fotografare“. Disconnessioni necessarie, non imposte.

Dj set di apertura a cura di Simona Beat, nota dj romana, che dà il benvenuto a chi arriva ed accompagna l’aperitivo in piedi di chi già c’è. Giusto il tempo di scaldare i muscoli, che Cosmo sale sul palco e dà luce al Cavallo Bianco alato dietro di sé. L’apertura è dedicata a due tracce del suo nuovo album – Sulle ali del cavallo bianco – “Come un angelo” e “Gira che ti rigira”. L’elettronica continua con “Puccy Bom”, “La musica illegale”, “Ho un’idea” e la nuova “Talponia”, attuale per testo ed arrangiamento.

La festa continua nel dancefloor, le persone sorridono, si lasciano andare alla musica perché sapevano che sarebbero andate a ballare di martedì sera. Cosmo non è solo sul palco, è affiancato dai suoi 4 collaboratori musicali, la parte visual rende ancor più viva l’esperienza ed il quintetto suona un pezzo dopo l’altro e la musica non si ferma. Passano in rassegna “Troppo forte”, “Fuori”, “Tutto un casino”, “Le cose più rare” ed una versione da club de “L’abbraccio”, intima e malinconica visione dell’amore. Scende dal palco, continua a cantare e al termine della canzone, gioioso, esclama che “è bello guardarsi negli occhi, non succedeva da un po’”.

“Sei la mia città”, “La verità” e “L’ultima festa” fanno saltare anche i bicchieri lasciati sul bancone e sulla cassa sempre affollati del drink-bar, il cantante (ormai) è nudo! lo esclamerebbe ogni bambino di Handersen. Cosmo ed il pubblico si sono completamente fusi e le sensazioni sono positive anche quando Cosmo richiede di non utilizzare i cellulari, impugnati da qualcuno che non ha resistito alla disconnessione. Peccato per lui, noi ce la godiamo, perchè Cosmo è pura energia e potenti vibrazioni.

Ringrazia il management tutto romano, il manager Emiliano Colasanti, lo staff del club e chiunque abbia lavorato con lui per rendere questa serata stellare. Ci invita a fermarci allo stand di Mediterranea che è appena fuori l’entrata, perchè il tema dell’immigrazione e del salvataggio delle vite in mare è quotidiano.

Tutto scivola veloce, concreto, tangibile, il sudore come il tempo, e Cosmo decide di chiudere la sua performance con le ultime tracce del nuovo disco “Sulle ali del cavallo bianco” ed una struggente e potente interpretazione di “Messaggio”. Saluta, ringrazia, sorride e lascia il cavallo senza il cavaliere. Le luci in sala si accendono, le persone vanno verso l’uscita, ma c’è un folto gruppo sotto il palco che continua a cantare “Tutto qui, solo questo Io ti amo, ti amo, ti amo, Tutto qui, solo questo“.
Il cavaliere bianco esce nuovamente, petto nudo ed asciugamano sulle spalle, ringrazia, si commuove e vola via.