Ricordo con molto piacere questo agile, colorato e spigliatissimo disco dei francesi Phoenix. All’epoca li avevo etichettati come “gruppo da singoli“: deliziosi sulla brevissima distanza ma incapaci di tenere il ritmo su un disco intero, invece con questo quarto album dovetti decisamente ricredermi. “Wolfgang Amadeus Phoenix” è un gioiellino indie-pop dall’inizio alla fine, senza punti deboli o segni di cedimento, che, dopo 10 anni, brilla ancora alla perfezione.

Vediamola così, i primi 3 dischi sono stati propedeutici per arrivare a questo album, in cui la band di Thomas Mars affina alla perfezione le sue armi pop: l’andamento ballabile è elegante, senza spigoli e con il tasso di zucchero calibrato alla perfezione e, sopratutto, le melodie sono appiccicose e cathcy fin dal primissimo ascolto. E’ quindi la scrittura ad essere ispiratissima, creando connubi intriganti tra chitarre sbarazzine e synth luccicanti e sfornando ritornelli da 10 in pagella.

I Phoenix sono così sicuri dei loro mezzi che, praticamente, partono già  ai 100 all’ora, con una doppietta pazzesca come “Lisztomania”, in cui il ritmo incalzante la fa da padrone e “1901” in cui pare di sentire degli “Strokes alla francese” con i synth che dettano legge. Una doppietta che potrebbe mettere KO chiunque, anche gli autori stessi che poi sarebbero costretti a mantenere alto il ritmo e la qualità : beh, nessun problema, i nostri cugini transalpini ci riescono alla perfezione. In ambito soleggiato, “Lasso” e “Countdown” seguono il canovaccio mid-tempo in cui la ritmica è sempre studiata alla perfezione per farci muovere i piedi alla grande (ma attenzione, sopratutto nel secondo brano citato, ai cambi di tempo insistenti che creano sempre strutture nuove e avvincenti), mentre l’ebrezza melodica pop ci riempie i polmoni, ma anche quando i toni si fanno appena più morbidi (“Rome” e “Girlfriend”) la cose vanno che è un piacere. Parlavamo proprio di equilibrio prima, lo ribadiamo. Gli ingredienti sono davvero dosati alla perfezione (anche la tempistica, 35 minuti più o meno, perfetto) e quella meravigliosa malinconia dai toni pastello che permea il disco non può non entrarci sottopelle.

C’è anche un colpo quasi teatrale che sorprende. “Love Like a Sunset (Part I)” calca la mano sull’ elettronica: la parte ambient iniziale viene scossa dai synth e dal ritmo che entra in gioco con una chitarra discreta, ma i rumorismi soottofondo non lascerebbero presagire una giornata serena, mentre ecco che “Love Like a Sunset (Part II)” riporta il sole fare capolino dietro alle nuvole, per farci stare subito meglio. Tutto è bene quel che finisce bene.

Data di pubblicazione: 25 maggio 2009
Registrazione: Studio Motorbass Studio (Paris)
Genere: Pop rock
Lunghezza: 37:02
Etichetta: V2 Records
Produttore: Phoenix, Philippe Zdar

1.Lisztomania
2.1901
3.Fences
4.Love Like a Sunset (Part I)
5.Love Like a Sunset (Part II)
6.Lasso
7.Rome
8.Countdown
9.Girlfriend
10.Armistice