A cinque anni da un viaggio celebrativo nel nostro paese, la band pop-francese Phoenix fa ora ritorno a casa e decide che è giunto il momento per un nuovo disco. Non vuole pensare in grande, bensì in grandissimo. Per questo si sposta di prepotenza al Museo delle Arti Decorative di Parigi (parte del Louvre) per quella che diventerà  una lunga sessione di produzione tra arte, elettronica, pensieri post lockdown e tanta, tanta, vitalità .

“Alpha Zulu” non segue la scia del predecessore italo-francese, ma ritrova la strada nel vecchio modus operandi e risplende dell’amore per la vita che solo la band di Thomas Mars può avere. Proprio quest’ultimo, volato da New York lasciando Sofia Coppola in balia di un altro raptus cinematografico, ha pensato bene che era giusto dare ai fan un lavoro onesto, semplice, nostalgico ma resiliente (ebbene sì, ho usato questo termine) e il modo migliore era registrarlo all’interno di un tempio alla vita.

Con gli anticipi del singolo omonimo e successivamente dal lead single “Tonight (feat. Ezra Koenig)”, ritroviamo già  un’aurea pop elettronica che nel primo caso ci fa riascoltare una band matura ed ancorata al suo genere e nel secondo, e soprattutto in questo, ci fa capire come i due gruppi (migliaia di km lontani) siano in realtà  vicini musicalmente ed affini nelle scelte stilistiche e strumentali. Infatti le due voci, per esempio, si fondono perfettamente in un brano generazionale nostalgico. Una ballad che non sembra una ballad.

Circondati dal marmo, dalla potenza e pesantezza della storia, i Phoenix hanno pensato invece di ritrovare e far ritrovare la gioia della vita e dell’amore secondo il loro stile. Tutto questo viene a concentrarsi in vari pezzi filtrati french touch, con annessi lustini 80’s, come “Winter Solstice” ( “Find me a narrative; something positive”) o la potente “All Eyes On Me” che ci ricorda un po’ il periodo alla “Bankrupt!”.

Palese l’omaggio al compianto produttore Philippe Zdar, vincitore Grammy per l’album più famoso della band ovvero “Wolfgang Amadeus Phoenix”, attraverso la versione estesa di “Identical” (già  pubblicata come colonna sonora per il film di Coppola “On The Rocks”) nella quale risuonano i versi “I’m losing my friend, I’m losing my grip;Praying all night to radio waves“.

Con dieci semplici canzoni, i Phoenix ci fanno fare un giro nella loro galleria personale ovvero un percorso gioioso dove vedere nuovi pezzi ancora legati ad un carattere forte ed unitario e noi, spettatori, possiamo finalmente vederli da vicino per ammirarne la bellezza, la vitalità  ma soprattutto la grinta e la forza di andare avanti.

Credit Foto: Shervin Lainez