Il ritorno degli Early November era decisamente atteso, dopo il lungo silenzio di quattro anni dal precedente ” Imbue “, e questa attesa aveva alimentato la curiosità  dei numerosi fan, che si chiedevano cosa la band del New Jersey avesse creato in questo lungo tempo .

Il risultato finale di questa attesa è questo nuovo album “Lilac”, un lavoro nel quale, per ammissione dello stesso Ace Enders, si è dovuto mettere mano più volte, intervenendo con nuove registrazioni nel tentativo di applicare una pennellata di maggiore leggerezza che lo allontanasse da visioni tristi o deprimenti.

Il processo si è concretizzato cercando di rivestire l’intero album di un abito pop, di una, immagino volontaria, scelta mainstream, con brani che spesso hanno un inizio interessante ma che poi sfociano in melodie che il più delle volte appaiono scontate.

L’ascolto dell’album quindi risulta poco interessante, e poco sorprendente, si esaurisce in poche canzoni, e il lavoro risulta decisamente discontinuo, con brani che si rivelano troppo spesso prevedibili.

La sensazione che si ha che quattro anni non siano bastati e che le idee valide di Ace Enders  non abbiano avuto un preciso compimento tra urgenze cantautoriali e volontà  pop, la canzone di apertura “Perfect Sphere (Bubble)” per esempio si presenta come una potenziale hit, basterebbe darla ai Coldplay, ma non appare originale o affascinate, quindi precisa per i Coldplay,   e la cosa si ripete con altri brani come “Hit By A Car (In Euphoria)” con un bell’inizio almeno fino a quando non arriva il ritornello, e viene voglia di passare alla prossima canzone.

Le canzoni si susseguono senza particolari emozioni e danno l’idea che forse una loro versione diversa, arrangiamenti più coraggiosi o scelte acustiche avrebbero potuto salvare il tutto.

Resta una parte finale che si presenta più interessante , con “Make My Bed” il brano migliore nonostante il fischiettare, con la voce Ace Enders nella sua dimensione migliore, e soprattutto la canzone di chiusura “The Lilac “, con la chitarra acustica in primo piano e la voce che traccia con delicatezza un testo velato di tristezza, un bel brano ma anche questo un po rovinato nella parte finale.

The Early November sembrano aver scelto una strada pop per cercare magari inconsapevolmente di raggiungere un pubblico più vasto, e  la cosa potrebbe anche succedere, ma il risultato finale è abbastanza confuso e non riuscito del tutto.

Indubbiamente le qualità  ci sono ma non bastano per realizzare un album convincente, di   The Early November ci resta una band con tanta potenzialità , idee e testi anche interessanti ma che ancora non riesce a sviluppare pienamente, permettendo loro di fiorire.