Non so che senso abbia essere un fricchettone al giorno d’oggi. Forse in questo sono un po’ estremista, ma ritengo che certi atteggiamenti anacronistici nascondano, dietro la forma, ben poca sostanza. Resta il fatto che Pepi Ginsberg è una fricchettona a tutti gli effetti e sembra anche sincera, almeno nella musica che fa. Il primo nome che viene in mente è quello della indimenticata Karen Dalton, per l’approccio naif anche se con meno droga nelle vene. Un folk classico, dalla timbrica vocale molto affascinante, che non si perde nello zucchero filato, preferendo piccole derive psycho-pop.

Nel calderone infinito delle uscite del genere, dove il lo-fi più che un’esigenza rappresenta un dogma, trovarsi tra le mani un disco di folk leggermente deviato come questo è una manna dal cielo, anche se richiede più di un ascolto per essere apprezzano fino in fondo. Prendete un brano come “The Contortionist”, praticamente un piccolo tributo nientepopodimenoche a Jim Morrison e soci, una devigazione sul tema che non stona affatto in un contesto in cui il concetto di ‘vintage’ la fa da padrone. Il resto è giocato su tempi medi e su arrangiamenti discretamente ricchi, in cui la strumentazione è dosata con parsimonia in modo da non appesantire le canzoni.

Ogni opinione deve essere soggetta almeno al beneficio del dubbio, per cui le mie insinuazioni sulla bontà  di certe scelte sono pronte, di tanto in tanto, ad essere disattese. Per cui ben vengano anacronismi fricchettoni come “Red”, in cui niente sembra frutto di una scelta meramente formale e tutto sembra fluire nel più genuino e sincero modo possibile. Un bel disco di folk ‘peace & love’ anche se una quarantina di anni dopo la famosa estate del 1967.

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Red [ Park The Van – 2009 ]
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Similar Artist: Karen Dalton, My Brightest Diamond, Alela Diane
Rating:
1. Son
2. The Waterline
3. The Contortionist
4. In My Bones
5. Nothing More
6. Shone Like A Reverie
7. Wind Or Degree
8. Lately
9. Ghost Of Perdition
10. White White White