Signore e Signori vi presento Ryan Corrigan. E chi è Ryan Corrigan?!
Ryan Corrigan in arte Hawksley Workman: dal Canada con furore. Il super prolifico musicista -cresciuto nei boschi dell’Ontario- con all’attivo una diecina di dischi, pungola la nostra curiosità  con l’uscita di questo nuovo lavoro peculiare prima ancora di ascoltarlo. Si perchè “Milk” esce “‘a più riprese’ e lo si può scaricare da internet. E “Meat”? Meat l’ho attentamente ascoltato e alzo le mani, Hawksley Workman salta di palo in frasca, ma sono buoni pali e buone frasche.

L’eclettismo del canadese si palesa attraverso le citazioni di luoghi (Parigi, LA, Tokyo) stati d’animo e correnti musicali disparate. Coglie impreparati ma non è una brutta sensazione. Il filo comune lo si trova e si capiscono da subito un paio di cose: 1. Hawskely Workman ha preso un po’ male la sua ultima rottura sentimentale 2.Hawskely Workman è un musicista multiforme.
Se si avvia l’ascolto di “A Song For Sarah Jane” si viene risucchiati nella spirale della ballata riflessiva, ad essere onesti bellissima ballata, in cui Corrigan ““ahinoi- ci ricorda amaramente che la vita continuerà  a farci sanguinare [life will keep you bleeding]. Hawksley può giocare col synthpop e darsi all’electro pop con la stessa spontanea e disarmante semplicità  con cui esterna le sue pene d’amore su un semplicissimo arrangiamento di chitarra, la voce ferma a cantare parole che possiamo faticare a seguire, ma che ad un certo punto faremo comunque nostre. Superare una batosta sentimentale facendone un disco non è una cattiva idea, col risultato che Hawksley elabora il lutto e noi ascoltiamo qualche decina di minuti di buona musica. Bella “Tokyo Bycicle”, incalzante il cantanto di “We’ll Make Time”, emozionante “The Ground We Stand On”, sognante la chitarra sul piano di “Baby Mosquito”, sfogo nel suono e nel testo “Chocolate Mouth” (we try to keep our noses clean but there are so many gods with so many needs, and I try but sadness is an infinite stream). E poi lo stupore con brani come “We Dance To Yesterday” (singolo di “Milk”) che col tono un parodistico e i colori fluo del suo esilarante video ha riunito creativi canadesi in un riuscitissimo tentativo pop, tra pin-up asiatiche e torte suonate a mò di tastiera (se non l’avete ancora guardato, fatelo).

Sarà  vero che i poeti hanno affossato una generazione e la musica moderna potrebbe essere il suono guaritore [the poets let a generation down, and modern music could be the healing sound]? Sicuramente vero è che il Canada segna un altro punto sulla scena musicale contemporanea.
Non passerà  agli annali come un pietra miliare ma è comunque un interessante disco pop e se gli argomenti sulla qualità  dell’album non fossero convincenti, sicuramente fornisce lo spunto per un ottimo consiglio ai cuori affranti: smettetela di fumare una sigaretta dopo l’altra e non datevi alle ingozzate compulsive, il miglior antidoto è ascoltare “Meat”, perchè come dice il buon Workman abbiamo ancora bisogno di una canzone, che porti via l’amore [we still need a song, to carry our love away]. Fidatevi.

Meat
[ Isadora – 2010 ]
Similar Artist: Joel Plaskett, Cuff The Duke, Two Hours Traffic
Rating:
1. Song For Sarah Jane
2. French Girl in L.A.
3. Chocolate Mouth
4. Baby Mosquito
5. You Don’t Just Want to Break Me
6. The Government
7. Depress My Hangover Sunday
8. Tokyo Bicycle
9. The Ground We Stand On
10. (We Ain’t No) Vampire Bats
11. We’ll Make Time (Even If There Ain’t No Time)