Bisogna ammettere che ogni volta che ci sono gli Ex-Otago è una festa e ci si diverte tantissimo. Le loro canzoni sembrano fatte apposta per essere suonate dal vivo, ti riportano a quando avevi quindici anni (15 Again, come diceva il titolo di un memorabile disco da party dei Cassius di qualche anno fa) perchè trasmettono un senso di allegria ma nello stesso tempo mantengono un certo retrogusto di tristezza e malinconia, la tristezza e la malinconia (o ancor meglio malinconoia, come diceva un fantastico Marco Masini da taglio delle vene) che caratterizzano quel delicato periodo della vita chiamato adolescenza. Prima o poi si finisce per uscire dall’adolescenza – è un dato di fatto – anche se non se ne uscirà  mai proprio completamente; ci sarà  sempre una parte di te che rimpiange quegli anni, e gli Ex-Otago servono proprio a colmare quel vuoto interiore, facendoti stare bene pur facendoti stare male (o viceversa).

Ed in tutto questo bisogna dire che il Covo di Bologna rappresenta la location ideale per uno spettacolo del genere (locale piccolo ma non troppo, buio ma non troppo, fortunatamente non più fumoso come un tempo, quando balli sotto al palco finisci sempre per urtare il tuo vicino ma almeno non rischi l’enfisema polmonare) e che c’è un disco nuovo in uscita intitolato “Mezze Stagioni” autoprodotto dopo un interessante esperimento di azionariato popolare pensato apposta per finanziarlo. I fan hanno donato, gli Ex-Otago sono volati in Norvegia da/con i Kings Of Convenience (o meglio, Davide Bertolini produttore/bassista live dei Kings Of Convenience) e si sente: dal vivo ormai suonano come una versione ingrassata del duo norvegese. Anzi, suonano come i Kings Of Convenience che risuonano i Phoenix dopo essersi sfondati di trenette al pesto alla genovese, con in più il solito cazzeggio, un nuovo batterista che non sbaglia un colpo, un cantante notevolmente migliorato, un chitarrista sempre schivo ed un Alberto Pernazza freestyle sempre più vera e propria arma segreta del combo genovese.

Ed è così che le canzoni di “Mezze Stagioni” vanno via che è una meraviglia facendoti capire che in un mondo migliore (ed in un’Italia migliore) un gruppo del genere dovrebbe come minimo vendere vagonate di dischi, “Amato The Greengrocer” ti fa sempre cantare a squarciagola come quattro anni fa e quando parte la cover di “The Rhythm Of The Night” di Corona vorresti addirittura che gli Ex-Otago si superassero eseguendo a sorpresa una cover di “Ti Sei Mangiato La Banana” di Leone Di Lernia ““ ossia una cover della parodia in chiave trash della megahit da autoscontri & Festivalbar di Corona, una cosa assolutamente sublime nella sua bassezza. Speriamo che prima o poi gli Ex-Otago si spingano a tanto, sarebbe roba da scoppiare in un pianto a dirotto oppure da scoppiare a ridere a crepapelle.

E si torna sempre lì, all’allegria e alla tristezza che caratterizzano l’adolescenza e almeno per una sera possono essere respirate, assorbite, vissute e consegnate al proprio album dei ricordi grazie alla musica di alcuni ragazzi che in fondo sono come noi, solo un po più dotati di talento.
E le chiamano solo canzonette.

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