Hanno preso a schiaffi shoegazers e post-punkettari imberbi sin dal loro esageratissimo omonimo esordio stracolmo di squassanti dissonanze. Ora gli A Place To Bury Strangers (che hanno cambiato il bassista: ora c’è Dion Lunadon al posto di Jonathan Smith) tornano con un Ep (l’ennesimo della loro carriera), ideale antipasto per un nuovo (si spera) deflagrante monolite nero. “Onwards To The Wall” a suo modo ci parla di una piccolissima evoluzione nello stile del gruppo. Certo rimane immutata la fascinazione per un certo modo ossessivo e martellante di suonare l’abulica cantato zombesca.

Eppure nel garage-rock crudo e sporchissimo di “So Far Away” (bellissimo il riff) qualche cosa di nuovo c’è. Forse un po’ meno rumore”…e questo non potrà  che deludere i fan storici della band.

La chitarra di Oliver Ackermann sembra voler dipingere con una incrementata introspettività  scenari cupi e fumosi perfetti per avvolgere e imprigionare l’ascoltatore più che stordirlo e aggredirlo, si vedano la torva “Onwards To The Wall”, intrisa di scura psichedelia e darkwave peciosa, e “Nothing Will Surprise Me”, sempre sferragliante ma allo stesso tempo un po’ più “ariosa” rispetto al canone-APTBS.

“I Lost You” e “Drill It Up” aprono e chiudono una scaletta con assoluta dignità  e mostrano una sezione ritmica ancora più sugli scudi del solito a fronte di una chitarra, come dire”…più sibilante e meno “urlante”.
Avanti così, e buon rumore a tutti.