Torna un vero e proprio artigiano dello shoegaze. Animal Ghosts viene da Portland e ogni volta lascia senza fiato i fan dello shoegaze con una proposta che guarda con devozione al passato, riuscendo però a non risultare didascalica o mera copia carbone.

Credit: Bandcamp

I suoni sono profondamente riverberati e spesso l’aria è realmente satura e densissima, eppure, ogni volta, nel frastuono delle chitarre e nella batteria che picchia decisa ecco che emerge la melodia, emerge quel bagliore magnifico che ti prende subito il cuore e tutto trova un senso, tutto quello che sembrava rumore fine a sè stesso si sublima e trova il suo posto magnifico in una creazione esaltante. Provate con “Swerve”, una canzone che sembra un trapano inarrestabile nel suo incipit e poi ecco comparire così, dal nulla, una melodia malinconica e lasciva che ci lascia a bocca aperta.

Certo, la scuola di Kevin Shields è stata seguita con cura, ma Animal Ghosts sta cercando di ampliare sempre di più i suoi orizzonti. Sentite il primo brano, con un lavoro sotto che sfiora la drum and bass, mentre intorno è dream-pop celestiale e visionario, oppure “Swell” che a me ha fatto venire in mente le atmosfere plumbee degli Scorn che se la spassano in una jam con i Chapterhose, come a dire che non di solo shoegaze classico vive l’uomo.

“Helium” è proposta che guarda a quelle formazioni attuali che sanno plasmare lo shoegaze su canoni indie-rock potenti e rabbiosi, senza perdere quel tocco onirico e malinconico che da sempre contraddistingue il suo sound, mentre l’attenzione a ritmi più ballabili o quantomeno incalzanti rimane importante in brani come “Bruise” o “Closer” in cui le chitarre guardano con amore ai ’90s.

Menzione d’onore per il pezzo con Japanese Heart Software: “Everything” è decisamente la canzone più bella, struggente e malinconica del lotto. Un dream-pop avvolgente e ipnotico, che ci accarezza e ci culla in modo magistrale, con un gioco adorabile di voci nel finale.

Altro colpo messo a segno da un artista che, nel genere, si sta rivelando un vero e proprio big.