Partiamo, come di norma, dal presupposto che il metal è una derivata secondaria del mio bagaglio musicale, e pertanto più che a virtuosi tecnicismi io mi rifaccio al mio orecchio allenato. Eppure, dal basso delle mie conoscenze, mi sento di dire che “Occult You”,   debutto dei Vanity in uscita per la Church Independent,   tutto è fuorchè un semplice album di gothic-metal.

Oltre alle numerosi lodi decantate nella blogosfera, ciò che maggiormente attrae di questo gruppo multietnico – residente in Toscana ma di provenienze disparate (Italia, Palestina e Svizzera) – è essere distribuiti in Europa da nientepopodimenochè la Roughtrade. Scelta saggia quella dell’etichetta, in quanto il piatto che ci viene offerto è “multietnico” tanto quanto i suoi componenti.

La parte vocale attinge dal gothic metal di Katatonia et al, gli arricchimenti stilistici vantano di riverberi new wave a là  Interpol, il dark-wave spettrale promosso da etichette come la nostrana Avant! Records e una incursione di New Romantic ancora ben da definire. Le atmosfere sono quelle palustri e malinconiche dei Twilight Singers (“Sleeping Tears”), ma con un disturbo che gioca tra noise e shoegaze, concedendosi un qualche assolo di metal vecchia scuola (“The Wanderer”). Se l’appellativo “metal” sta stretto, l’aspetto “gothic” è preponderante, ripercorrendo il sottogenere nelle diverse decadi con sfumature più o meno enfatiche.

L’atmosfera è densa ed arricchita da giochi vocali quali controcanti, cori ed accenni di doom ed epic metal (vedi la chiusura di “Ghosts”), in continua evoluzione stilistica, e pertanto ben lontano dal famigerato attacco-di-sbadiglio. Tutto merito della poliediricità  insita nei brani stessi, creati su diversi livelli in grado di racchiudere allo stesso tempo la cacofonia del post-punk e l’irruenza del black metal (“Ruins”). Segno premonitore è l’arrivo di “Limbo”, interludio synth-ambient che preannuncia un cambiamento – per l’appunto, di stampo elettronico. La title-track e il suo spirito New Romantic difficilmente lascia indifferenti, eppure il mio verdetto al riguardo rimane tutt’ora dubbio.

Nonostante non mi senta di chiamarlo capolavoro, “Occult You” è un album originale e accattivante, sia per l’orecchio più allenato (che ha voglia di giocare a “spot the genre”) che per l’ascoltatore entusiasta. Diamo quindi un caldo benvenuto ai Vanity, un gruppo che sicuramente farà  parlare di se in questo 2013.

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Occult You
[ Church Independent – 2013 ]
Similar Artist: Katatonia, Interpol
Rating:
1. Sleeping Tears
2. Under Black Ice
3. Ghosts
4. Ruins
5. Pagan Hearts
6. Sun
7. Time’s New Romance
8. Limbo
9. Occult You
10. The Wanderer