In occasione dell’imminente tour italiano delle Dum Dum Girls (3 date, Segrate, Roma, Carpi) abbiamo l’opportunità  di scambiare due chiacchiere con Dee Dee leader, cantante ma a tutti gli effetti ‘one-woman-band’ del progetto musicale da qualche anno di base a New York.

Ciao Dee Dee e benvenuta su Indie For Bunnies. “Too True” è stato un gran cambiamento
per le Dum Dum Girls. Molte ballate, pezzi midtempo. Ti preoccupava la reazione dei fan a questa novità ?

Non vedo “Too True” come un grande cambiamento per me, definirei il disco piuttosto come una evidente progressione nella traiettoria che seguivo da un po. Qualcuno ha accettato questa dimensione, altri no, ma non posso lasciare che questo influenzi la mia musica.

Ho letto che le canzoni di “Too True” sono nate velocemente e che fin dal primo momento sembravano collegate tra loro. E’ successo per caso o “Too True” è in realtà  un conceptalbum?
Non è un concept album tradizionale, anche se è cresciuto in modo molto coeso. Sapevo di aver gran parte del disco “‘formato’ nella mia testa, appena ho avuto del tempo da dedicargli “Too True” è nato molto velocemente.

“Only In Dreams” era un disco in cui cercavi di evadere dalla realtà . “Too True” invece è un modo per affrontare la realtà  da cui cercavi di fuggire tre anni fa?
Nell’ultimo anno ho raggiunto un nuovo livello di consapevolezza, tanta auto-accettazione che alla fine mi ha permesso di superare tutti i traumi precedenti.

In “Only In Dreams” hai collaborato con le altre Dum Dum Girls, mentre “Too True” è stato composto solo da te e registrato con l’aiuto dei produttori Richard Gottehrer e Sune Rose Wagner. Quale delle due soluzioni ti ha soddisfatto di più, creativamente parlando?
Non ho collaborato in studio con le altre DDG come avevo fatto per “Only In Dreams”. Dei 7 dischi fino ad oggi realizzati quello è stato l’unico che non ho registrato da sola con i miei produttori. In quel periodo sentivo il bisogno di fare qualcosa che riflettesse il passaggio da una dimensione “‘bedroom’ ad una band. Scrittura e registrazione rimangono per me però processi molto personali e solitari. Richard, Sune e il mio ingegnere Alonzo Vargas hanno lavorato con me dai tempi delle prime produzioni SubPop, li sento come una mia estensione. Per me il modo migliore di lavorare.

Di cosa parla “Trouble Is My Name”, la bellissima canzone che chiude il disco?
Capire e accettare gli errori fatti, considerare ogni esperienza fondamentale per la crescita.

E’ vero che “Rimbaud Eyes” è stata una delle canzoni di cui eri meno convinta all’inizio, perchè era qualcosa di completamente diverso da quello che le Dum Dum Girls avevano fatto in passato?
Non in modo così evidente ma si “Rimbaud Eyes” è stata una delle prime canzoni di quelle session e ho avuto problemi a giudicarla in modo . L’ho inviata alla prima persona che mostrò interesse nella musica delle Dum Dum Girls, Todd Novak della HoZac Records. A lui è piaciuta molto, e allora non ho esitato ad includerla.

Hai detto più volte che l’atmosfera di New York ha profondamente influenzato il sound delle Dum Dum Girls. E’ stato lo stesso anche durante la registrazione di “Too True”?
L’ho detto in particolare di questo disco. L’urgenza che percepisco nell’aria ha decisamente influenzato le mie canzoni.

Hai un posto preferito a New York da cui trai ispirazione per scrivere e comporre canzoni?
Il mio appartamento….posso vedere il mondo dalla mia finestra, è il mio paradiso

In che modo condividere vita privata e progetti musicali con il tuo compagno/collega Brandon Welchz (cantante Crocodiles) ha influenzato il tuo modo di fare e rapportarti alla musica?
Dal primo giorno ha supportato il mio lavoro; ha anche suonato nelle Dum Dum Girls, i primi live, prima ancora che ci fosse una band. Capiamo il flusso e il riflusso della vita artistica e il caos generale che la accompagna.

Come è nata la collaborazione con Brian Easton Ellis?
Brian ha scritto “The Canyons” film prodotto dal mio recente ottimo amico Braxton Pope e una mia canzone, “Coming Down”, è stata usata nei titoli di coda. Tutti e tre siamo finiti a parlare di una futura collaborazione, che avrebbe potuto coinvolgere diversi registi indipendenti. Ne è saltato fuori un corto surreale dal titolo “Are You Okay”. Braxton ha agito da vero mecenate, ha facilitato il tutto aiutandomi a fare esteticamente un passo in avanti, ben sapendo che ero una grande fan di Ellis così come un’attrice wannabe.

Fin dagli esordi le Dum Dum Girls hanno puntato su una forte identità  estetica scelta quanto meno inusuale in una scena musicale esteticamente piatta. Come nasce l’immagine delle Dum Dum Girls?
In modo molto naturale; ho sempre seguito la parte musicale che esprime estetica e moda; come fan l’ho sempre trovato un connubio affascinante David Bowie, Grace Jones, Richard Hell, Elvis, etc.

A Maggio sarete nuovamente in Europa per una serie di date tra le quali 3 date nel nostro paese e l’imperdibile appuntamento con il PrimaveraSound di Barcellona. Anche tu come molti artisti americani avverti che il pubblico europeo sia più attento e partecipativo ai live rispetto a quanto accade negli States?
Percepisco decisamente più estremo scambio di emozioni con il pubblico europeo e questo mi da energia. L’Italia in particolare è uno dei miei paesi preferiti dove esibirmi.

Cosa dobbiamo aspettarci dai live delle Dum Dum Girls?
Entusiasmo e Latex

Quali sono i progetti per il futuro delle Dum Dum Girls? Volete sempre di dominare il mondo?
Decisamente.

15.05.14 Dum Dum Girls @ Circolo Magnolia, Segrate (MI)
16.05.14 Dum Dum Girls @ Traffic, Roma
17.05.14 Dum Dum Girls @ Mattatoio, Carpi (MO)