Questi loschi figuri fanno base a Londra (anche se arrivano da varie parti del mondo), provengono da varie band misconociute ai piu’ ( The Cavemen, Atomic Suplex, Trash Culture) e il loro motto e’ : “We”ll fuck you with the long dick of rock’n’roll“, non male per iniziare.

La prima cosa che si nota? Nella formazione ci sono 3 chitarre e zero bassi, cosa non nuova ma inusuale, la seconda e’ la vena delirante dei testi : “Suicidal thoughts is what i have/ love is rape/ love is death/ i bought a gun to kill myself/ come on baby you give me erection/ and make my mind full of infection“, da “Love Is Hate”, un lampante esempio. Qui nasce un quesito: geni o solamente una masnada di ritardati mentali? A voi l’onore di scoprirlo.

Ritornando a cose piu’ pratiche questo “1st Suicide” e’ il loro album di debutto e non poteva essere meglio di cosi’. In poco meno di 17 minuti sono condensati 9 brani di marcissimo punk rock garage lo-fi nichilista, con influenze blues e R’N’R anni ’50. I maestri sodali della generazione suicida si possono trovare nei fondamentali Stooges, e ancora Cramps, Angry Samoans, Radio Birdman, Richard Hell, Teengenerate, John Spencer Blues Explosion, G.G.Allin, Suicide, Pussy Galore e mi fermo qui. Gia’ dal primo brano, “Suicide Generation”, i nostri mettono subito in chiaro quale sara’ l’andazzo del full-lenght , punk lo-fi all’ennesima potenza, come dicevo prima, ma con qualche sorpresa. Con “Set me On Fire” ci mostrano l’anima piu’ R’N’R’ della band con un riff in puro stile AC/DC. “London Blues” e’ di chiara ispirazione John Spencer anche se ad un certo punto mi tornano alla mente mostri sacri come John Lee Hooker (eresia scomodare i maestri ? Puo’ essere , ma prima date un ascolto al brano in questione). In “Little Mama” ci s’ imbatte ad un frenetico R’N’R boogie che coinvolge dal primo ascolto, come dicevo prima scontati (per molti) ma non troppo ed è qui che il disco risulta vincente, nell’evocare demoni già  conosciuti ma nello stesso tempo mantenendoli comunque vivi, vibranti e sporchissimi. “Evil Everywhere” ci delizia con riffs prettamente surf e “You Love Me “, brano di chiusura dell’album, evoca dolci ricordi dei miei amatissimi Angry Samoans. Arrivati alla fine già  viene voglia di rimetterlo sul piatto (l’altro giorno l’ho ascoltato per una decina di volte di seguito…): un debutto che risulta essere un vero gioiellino nello sterminato panorama musicale odierno.

In definitiva se cercate qualcosa di nuovo e innovativo girate al largo da questo album, se invece non disprezzate le sonorita’ sopracitare dategli un ascolto, vi garantisco che non ve ne pentirete , vi unirete anche voi agli adepti della Suicide Generation.